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Quanto ridicolo clamore per Balotelli allo stage della Nazionale

by Stelio Fergola
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Balotelli ritorno in nazionale

Roma, 25 gen – Tutti parlano di Mario Balotelli e del suo ritorno in Nazionale, il che, per carità, ci può anche stare per il rilievo mediatico del nome in questione. Fa un po’ tristezza notare però quanto ci siano calciatori italiani i quali, in un campionato sicuramente più competitivo come quello che sta affrontando ora l’ex-SuperMario, non vengano considerati quasi per nulla. Nonostante il loro rendimento sia cresciuto molto, soprattutto negli ultimi mesi.

Balotelli e nazionale, ma c’è chi rende molto di più

La Gazzetta titola così: Balotelli, Joao Pedro e Frattesi: lo stage Italia è già Mondiale. Bontà loro di aver incluso Davide Frattesi, ovvero uno dei giovani più promettenti della Serie A in questo momento. Ma non un attaccante, perché se si parla di quelli oriundi o “diversamente pigmentati” sono gli unici degni di osservazione. Anche se c’è chi da tempo ottiene risultati simili se non addirittura superiori.

Da cosa sarebbe motivata questa incredibile urgenza improvvisa di rivedere Balotelli in nazionale? La mancanza di attaccanti di rilievo, si dirà. Considerato che la squadra di Roberto Mancini, pur campione d’Europa, e nonostante abbia a lungo ottenuto bei risultati anche in fase offensiva, patisce un Ciro Immobile non esattamente al top delle sue possibilità ogni qualvolta vesta la casacca azzurra.

Ma anche al di fuori della punta della Lazio, ci sono tante punte italiane da tenere d’occhio che in questa stagione – e alcune negli ultimi anni – hanno fatto meglio di Balotelli. Fermandoci all’anno in corso, Gianluca Scamacca e Giacomo Raspadori del Sassuolo segnano, e ormai pure con una certa continuità, da due mesi buoni. E in Italia, non in Turchia. Perfino Mattia Destro, non certamente una promessa di massimo livello e per di più anch’egli a fine carriera, ha numeri e statistiche superiori a quelle di Mario Balotelli. E le possiede da anni, stagione corrente inclusa.

L’ossessione per gli oriundi e i “diversamente pigmentati”

In questi mesi si è parlato perfino di Stefano Okaka. Che, con tutto il bene possibile, non si può definire una scelta esattamente sopraffina, visto ciò che ha dimostrato nei fatti la sua carriera. Un calciatore che non aveva neanche alle origini lo stesso talento di Balotelli, figuriamoci ora, nella fase più discendente della sua carriera.

Si è parlato di Joao Pedro. Buonissimo elemento del reparto offensivo del Cagliari, per carità, e anche lui onorato di titoloni di Gazzetta e compari manco fosse il nuovo Cristiano Ronaldo di origini italiane. Si parla veramente pochissimo di Scamacca e Raspadori. Il secondo ha avuto qualche sovraesposizione successivamente al suo esordio con la Finlandia, ma la storia è finita lì. Nove e sette reti i due italiani, rispettivamente, nel campionato di Serie A.

Balotelli sette reti, ma in Turchia. In declino da anni. Perché i due ragazzi del Sassuolo non potrebbero godere di maggiore considerazione? Qualcuno dirà che sia meglio stare a riflettori spenti, ma non è così. Perché anche il lancio pubblicitario, in uno sport fortemente nominale come il calcio, ha il suo valore. Soprattutto nella promozione e nella valorizzazione di un talento, di chiunque esso sia. Ma pare quasi che, se sei italiano e di pelle bianca, ciò debba valere di meno di chi ha provenienze o nascite palesemente esotiche. Per cui anche il campionato turco, magicamente, diventa anche più competitivo di quello italiano.

Stelio Fergola

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