Milano, 30 apr – Esagerato e provocatorio, così è apparso il comportamento delle forze dell’ordine presenti ieri a Milano alla commemorazione di Sergio Ramelli. La zona tra Viale Argonne, Via Paladini, Via Amadeo e comprensiva dello spiazzo davanti alla chiesa di San Nereo e Achilleo è stata “sigillata”. Chiusa da un cordone di mezzi blindati e poliziotti, carabinieri e finanzieri (?) schierati in tenuta antisommossa. Caschi indossati, scudi pronti, manganelli in bella mostra. Centinaia di uomini e decine di mezzi dispiegati dalla Questura per sorvegliare i partecipanti alla commemorazione, che da decenni si svolge nella più completa tranquillità.
Quest’anno il Questore aveva già negato la piazza per il concerto di ricordo che da alcuni anni si svolgeva davanti alla Chiesa dove ci furono i funerali di Sergio. A rendere inspiegabile il clima di tensione che si è voluto creare anche l’assenza, quest’anno, del solito (piccolo e inutile) presidio antifascista. Finita la Messa di ricordo, cresciuto il numero delle persone in piazza (circa 2000)… la Digos, presente in forze con decine di agenti in borghese, ha permesso ai manifestanti di spostarsi di poche centinaia di metri e di raggiungere la teca di via Paladini che protegge il murales con la scritta Ciao Sergio. Qui si è svolto il triplice “Presente” per onorare oltre a Sergio anche i martiri Carlo Borsani e Enrico Pedenovi.
La commemorazione di Sergio Ramelli si svolge da ben 43 anni. La sua morte è un orrendo crimine che non può essere dimenticato. Il tempo non ne fa svanire il ricordo ma perpetua il sentimento di dolore, di ingiustizia ma anche di appartenenza di un’intera Comunità politica. Per questo quel ricordo non può essere blindato, accerchiato, intimidito. Dunque anche il prossimo anno la Comunità tornerà a riunirsi il 29 aprile data del sacrificio di Sergio. Piaccia o non piaccia. L’unico consiglio è che con l’emergenza criminalità che ha investito Milano e poliziotti e carabinieri possano essere inviati più proficuamente nelle numerose zone calde della città. In questo caso potrebbe essere giustificabile l’esibizione di caschi e scudi.
Pino Martini
5 comments
[…] Ramelli e quell’offesa di un ricordo “blindato” Il Primato Nazionale […]
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Noto che ultimamente numerosi coglioni comunisti frequentano queste nobili pagine…….. tornando all’articolo non trovo niente di nuovo……. da sempre le presunte istituzioni democratiche inviano le forze dell’ordine per “avvisare” coloro che non vogliono essere pecore e difendersi dai lupi pseudo democratici……..sono le stesse istituzioni che difendono i centri sociali, braccio armato di una certa sinistra e di una certa politica giudiziaria…..la guerra civile non è mai finita,gli italiani non sono coglioni microcefali……..in un paese di merda che non protegge i suoi anziani e le sue donne da rapine e stupri cosa volete che succeda…….. hanno paura delle idee di Casa Pound poiché dopo anni di dittatura e di fogna comunista alle cazzate sinistre non crede più nessuno……..D.mea.L.
Assurdo:omicidi e rapine all’ordine del giorno e gli agenti vengono letteralmente “sprecati” così, chissà che la gente di Milano apra gli occhi, sempre in ritardo.