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Rave di Valentano, nessuno ha ancora risarcito i danni. Le vane promesse della Lamorgese

by Cristina Gauri
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Viterbo, 3 nov — Mentre al rave di Torino 3mila persone sgomberano senza che gli venga torto un capello — del resto mica protestano contro il green pass, lasciateli drogare in pace, no? — a Valentano il sindaco Stefano Bigiotti e Piero Camilli (proprietario dei terreni invasi per il rave di Ferragosto) aspettano diligentemente l’arrivo dei famosi «rimborsi» promessi dalla Lamorgese per i danni provocati dai raver. Sono seduti sulla riva del fiume, idealmente, ma non ad attendere il cadavere del nemico: basterebbe che il ministero dell’Interno si ricordasse di corrispondere quanto pattuito. 

Chi paga i danni del rave di Valentano?

Ricordiamo brevemente cosa è accaduto: dalla notte del 13 agosto circa 10mila giovani si erano insediati sui terreni della tenuta dell’imprenditore Piero Camilli. Un’invasione di persone da tutta Europa programmata grazie al passaparola su Telegram, all’interno di un fondo agricolo chiaramente non attrezzato per un evento di tale portata. Per cinque giorni e cinque notti all’insegna della musica techno e del consumo di droghe, i raver avevano occupato una zona di grande valore naturalistico (siamo nella Tuscia) lasciando — oltre a a un morto, due stupri e numerosi coma etilici — un’area degradata e cosparsa di rifiuti. Una volta levate le ancore è iniziata la conta dei danni.

Lamorgese se ne è “dimenticata”

«Per smaltire i rifiuti lasciati sui terreni e per sanificare le aree utilizzate come latrine da oltre 10.000 persone, abbiamo speso oltre 35.000 euro», spiega a la Verità il primo cittadino di Valentano. «Il ministro Lamorgese, quando ha riferito in aula in merito ai fatti avvenuti sul nostro territorio, ha dichiarato che avrebbe provveduto a risarcire la nostra amministrazione per tutte le spese sostenute. A oggi, al di là di quelle affermazioni, non abbiamo ricevuto nulla in termine di soldi, tantomeno siamo stati chiamati da qualche funzionario o dirigente del ministero che ci spiegasse come fare per ottenere i ristori. Aspettiamo fiduciosi».

Nel frattempo, l’imprenditore Piero Cammilli si è visto costretto ad aprire un contenzioso civile contro il ministro Lamorgese, chiedendo oltre 1 milione di euro di risarcimento per i danni alle fattorie, i furti di gasolio e la moria di bestiame ammazzato dai cani dei raver e dallo stress subito. L’inchiesta penale «procede a grandi passi verso l’archiviazione» afferma l’avvocato dell’imprenditore, Enrico Valentini: «Abbiamo già citato per danni il ministero dell’Interno. Sapevamo che dopo la grande attenzione mediatica di quei giorni tutto sarebbe finito nel dimenticatoio. Andremo avanti chiedendo un risarcimento di oltre 1 milione di euro, per furti e danneggiamenti, all’unico soggetto su cui al momento possiamo rivalerci e cioè lo Stato».

Cristina Gauri

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