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Regionali Abruzzo, il diktat della Chiesa ai fedeli: “Votate solo chi accoglie”:

by Cristina Gauri
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Roma, 22 gen – Si avvicina il 10 febbraio, data delle Regionali in Abruzzo, e le indicazioni di voto “suggerite” dalla Chiesa non si sono fatte attendere. L’arcivescovo di Chieti-Vasto e presidente della Conferenza episcopale Abruzzo Molise (Ceam) Bruno Forte, ha stilato un “decalogo morale” per la scelta dei candidati. Un vademecum per i fedeli a supporto delle ingerenze della Chiesa nella politica del nostro Paese, dove “moralità” fa invariabilmente rima con “accoglienza”. “Tutti gli elettori esercitino il loro diritto al voto”, spiega Forte, ovviamente per i partiti che dicono “sì all’accoglienza“, a chi da la giusta “attenzione a giovani, povertà, ricostruzione” e dice “no ai tagli indiscriminati alla sanità”.

Il voto, quindi, deve tassativamente andare a chi ha “rispetto della dignità di ogni persona umana, quale che sia il colore della sua pelle, la sua storia, la sua provenienza“, e prosegue: “Da un tale rispetto conseguono i doveri di solidarietà verso i più deboli e di accoglienza verso chi bussa alle nostre porte, fuggendo spesso da fame o violenza alla ricerca di un futuro migliore per sé e i propri cari. In collaborazione con l’azione della Prefettura varie nostre realtà ecclesiali hanno ben operato in tal senso e continueranno a farlo secondo il bisogno”. Speriamo che tali “realtà ecclesiali” abruzzesi operino meglio di quelle marchigiane: ricordiamo infatti come la parrocchia di Macerata per mesi pagò a Innocent Oseghale l’affitto della casa dove stuprò, uccise e smembrò Pamela Mastropietro. 

Nel decalogo il vescovo si ricorda di nominare la lotta alle povertà, quello “del fondamentale problema del lavoro dei giovani, fra cui si diffonde la paura del futuro data l’insicurezza delle possibilità che si aprono per loro” e quello “della situazione di emergenza del post-terremoto, che esige una sollecitudine da incentivare con determinazione”. Il vademecum prosegue parlando di sanità e ambiente: “Non si può non segnalare la necessità di tener conto dei bisogni della gente sul territorio, perché essi appaiono a volte sottovalutati a favore di una logica aziendale, che non si addice ai doveri di un servizio pubblico”. E conclude: “Un pericolo crescente cui badare con attenzione è quello dell’emergenza rifiuti, che esige soluzioni su vasta scala e lungimiranti”.

Cristina Gauri

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1 commento

Piero 22 Gennaio 2019 - 3:58

Ennesima, vergognosa intromissione della “chiesa” nella politica di uno stato sovrano…
Da duemila anni al servizio della sovversione di ogni valore superiore e Tradizionale.

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