Milano, 28 set – Testa scintillante, giubbotto in pelle, jeans, anfibi. Manca la moto, solo perché forse arrivare a Milano da Atene a bordo della due ruote poteva causare qualche problema logistico. Per il resto è sempre lui: Yanis Varoufakis, il celebre ministro delle Finanze di Grecia nel primo governo Tsipras, quello che doveva far saltare il banco dell’Ue facendo tremare i mercati di mezzo mondiali ma, alla fine, non riuscendo nell’interno. O forse non ha voluto?
Domanda non retorica, vista l’evoluzione del professore di economia dichiaratamente marxista. Un’evoluzione che l’ha portato, ieri, a presenziare come invitato d’onore alla Fondazione Feltrinelli in occasione del suo tour per la presentazione di DiEM25, il movimento con il quale vorrebbe unire tutta la sinistra europea. Tour che, oltre alla tappa milanese – “Cos’è la sinistra, cos’è la destra” il tema del convegno nel corso del quale ha discusso con l’es sindaco Giuliano Pisapia – transiterà anche da Ferrara e Palermo e vedrà, tra gli altri ospiti d’eccezione, anche il primo cittadino partenopeo Luigi De Magistris.
Un carnet di incontri con il quale cercare sostegno alla sua creatura, che ha già ottenuto i favori di pezzi del calibro della stilista Vivienne Westwood e del musicista Brian Eno, cofondatore del movimento. Nomi pesanti per l’autore del libro “Il terzo spazio: oltre l’establishment e il populismo” con il quale cerca una collocazione diversa rispetto alle due correnti che oggi in Europa vanno per la maggior, rischiando però di scivolare pericolosamente verso il primo polo, se non altro per una curiosa convergenza di interessi. Ricordate il Varoufakis che alle riunioni dell’Eurogruppo riusciva – almeno stando ai resoconti – a far tremare la Merkel e il suo fido Schaeuble? Se qualcuno aveva il sospetto che fosse tutto teatro, cominciano, per restare in tema, a cadere le prime maschere.
“Cosa ne penso dell’Unione Europea? E’ una bella idea…”, ha spiegato Varoufakis, sottolineando come la necessità non sia quella di disintegrare il consesso comunitario, ma di “democratizzarlo”. Come? Con un “New Deal” che avvii un procedimento decisionale dal basso, che strizzi l’occhio alle agitazioni contro gli Stati nazionali: “Sogno un’Europa senza confini”, ha aggiunto nel corso di un’intervista a Business Insider. E chi coinvolgerà nella sua alleanza internazionale? Di sicuro non i Cinque Stelle, dei quali critica i “rimedi sempliciotti sull’euro” come ad esempio l’idea del referendum, che pure lui aveva pienamente sposato – per poi tradirlo – in quella turbolenta estate del 2015: “Non riesco a capire le loro posizioni”. A questo punto neanche noi. Sembra di sentire parlare Jean Claude Juncker. Ma forse la distanza non è poi così tanta.
Nicola Mattei
1 commento
Vivienne Westwood ? consiglio a tutti di fare questa ricerca immagini: ” T-SHIRT DESTROY ” vi comparirà una delle prime magliette da lei realizzate nel 1976,ove campeggia una ENORME SVASTICA…così come poi indossata da Johnny Rotten dei Pistols o Mick Jagger degli Stones.
Perchè al di là delle specifiche considerazione di natura politica ed economica prodotte in questo pregiato pezzo,poi questi signori della sinistra italiana sono quelli che si “bagnano” per il DDL Fiano.
Alla prossima riunione di sinistri andremo tutti indossando la maglietta DESTROY creata dalla stessa Westwood…