Home » Riverenza della Meloni alla sinistra: scommettiamo che non basterà neanche Matteotti?

Riverenza della Meloni alla sinistra: scommettiamo che non basterà neanche Matteotti?

by Stelio Fergola
0 commento
Meloni Matteotti

Roma, 31 mag – Nella corsa infinita a dover essere “più antifascista” in eterno, Giorgia Meloni pronuncia un suo discorso celebrativo di Giacomo Matteotti alla Camera. Il che, per carità, ci sta, essendo il centenario dalla morte del personaggio in questione. Mettiamola così: ci starebbe in un mondo normale, in cui il fascismo venisse finalmente storicizzato e non demonizzato in modo ossessivo e spesso ridicolo, nonostante sia stato uno dei periodi fondamentali nella formazione dell’Italia moderna.

Meloni, il ricordo di Matteotti

Così si esprime il presidente del Consiglio: “La lezione di Matteotti ci ricorda che la nostra democrazia è tale se si fonda sul rispetto dell’altro, sul confronto, sulla libertà, e non sulla violenza, la sopraffazione, l’intolleranza e l’odio per l’avversario politico. Il 30 maggio 1924, Giacomo Matteotti ha pronunciato nell’Aula della Camera il suo ultimo discorso, che gli sarebbe poi costato la vita. In quel discorso, Matteotti difese la libertà politica, incarnata nella rappresentanza parlamentare e in libere elezioni”.

Non basterà, come sempre

Il motivo principale per cui “non basterà” è che Giacomo Matteotti è l’argomento più facile. Del resto, l’antifascismo finto militante (perché di reale ci può essere ben poco in una non-ideologia che combatte contro un nemico non solo non-al potere, ma anche non-esistente) punta da sempre su due cose per distruggere e criminalizzare un’idea che era insieme filosofica, antropologica, politica e patriottica: Matteotti e la sconfitta nella seconda guerra mondiale. Volendo, ci si può aggiungere anche la guerra in Etiopia. Come se, peraltro, la seconda e la terza questione siano in qualche maniera “peculiari” del fascismo (guerre coloniali le avviano e nell’Italia stessa le avevano avviate anche in regime di democrazia, perdere un conflitto mondiale non è geneticamente connesso al ventennio, sono ovvietà ma è bene ribadirle, anche se i sordi non smettono mai di abbaiare senza ragionare).

Ma insomma, ci limitiamo a questo. È troppo poco per distruggere un’intera esperienza storica, culturale e nazionale come quella del fascismo. Troppo poco per cancellare le innovazioni sociali, le novità senza ritorno dei diritti dei lavoratori, lo Stato economico e imprenditore, la fondazione delle città, i codici giuridici, la Scuola mistica, il progetto corporativo e la socializzazione delle imprese. No che non basterà. La signora Meloni dovrà necessariamente ricalcare le parole di Sergio Mattarella di qualche anno fa quando disse che “il fascismo non ebbe meriti” (un’affermazione davvero da terza elementare, è praticamente impossibile che esista un periodo storico “senza alcun merito” anche il peggiore che possiate immaginare). Allora forse “basterà”. Anzi, non prendiamoci in giro: non sarà sufficiente neanche quello. L’unica destra accettata dalla sinistra è la destra che non esiste, del resto.

Stelio Fergola

You may also like

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati