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Altaforte e le “meravigliose” inchieste degli antifascisti sull’editoria sovranista

by La Redazione
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Roma, 11 mag – La cultura, si sa, non ha spazio nel fascismo. Il fatto che chi sia fascista sia ontologicamente ignorante è un dato assodato. Come dare torto a tutti quegli antifascisti militanti che palesano l’ignoranza altrui facendo leva sulla loro intelligenza, fatta di frasi profonde come “il fascismo non è un’opinione, è un REATO!” (rigorosamente scritta così, con maiuscole e punto esclamativo finale).

Legge Scelba e Costituzione

O magari palesano la propria superiorità intellettuale con lapidarie conclusioni per cui un fascista non può partecipare alla vita politica perché, ohibò, lo dice la Costituzione tramite la legge Scelba (vabbè, il fatto che ci sia un po’ di confusione tra un articolo della Costituzione e uno di legge penale lo si può anche tollerare, no?) o citazioni della fatidica XII disposizione transitoria, di cui ovviamente ignorano il testo completo che recita, testualmente “sono stabilite con legge, per non oltre un quinquennio dall’entrata in vigore della Costituzione, limitazioni temporanee al diritto di voto e alla eleggibilità per i capi responsabili del regime fascista”, che tradotto vuol dire che Mussolini in persona avrebbe potuto candidarsi ed essere eletto, qualora fosse stato vivo, già dal 1953. Ma ovviamente non i suoi discendenti o altri fascisti, è chiaro e lampante. Lo dice anche la Costituzione, no?

Le “meravigliose” inchieste degli antifascisti

Ma quello che davvero prova la superiorità morale ed intellettuale degli antifascisti militanti che con il loro lavoro quotidiano dimostrano che l’ignoranza sia un’esclusiva fascista ci viene fornito dalle loro meravigliose inchieste. Una reale prova di capacità di interconnessione di dati e soprattutto di immediata comprensione delle informazioni difficilmente reperibili, come quelle che si possono trovare solo da una ricerca google, cosa che come è noto è accessibile a pochi eletti.
Inchieste che ad esempio fanno dire a un Christian Raimo, censore della cultura pronto a difendere il mondo dagli attacchi dei libri nazisti, che il fumetto 1919 – l’alba della Rivoluzione Fascista sia una pubblicazione Altaforte. Perché, giustamente, lo si trova sul sito di Altaforte che dopo la querelle del Salone del libro di Torino tutti i giornalisti, lettori, autori, editorie eccetera sono andati a vedere. Un ragionamento esemplare, lineare, che dimostra chiarezza intellettuale sopraffina. Certo, quando qualcuno gli ha fatto notare che il fatto che sia venduto nel sito di Altaforte non implichi che sia un’edizione Altaforte, il povero Raimo ha avuto un momento di cedimento, cercando di correggere il tiro sostenendo che è un’edizione della casa editrice Europea, perché sulla copertina in basso c’è scritto Europea e quindi quella deve essere la casa editrice. Cosa dite? Non esistono edizioni Europea? E che Europea è solo il nome della collana Ferrogallico di cui il volume fa parte e che quindi le edizioni sono Ferrogallico? E che bastava googlare il titolo e fermarsi al primo risultato per capirlo? Ma suvvia, non fate i fascisti!

Foibe e “testi revisionisti” fantasma

Parliamo di uno che fa della sua vita una lotta culturale contro le idee dell’ignoranza, tra l’altro assessore alla cultura in uno dei più popolati municipi di Roma, pensate forse che possa essere colto in un così banale e pacchiano errore? Ovviamente no. Infatti ha cancellato il post con i relativi commenti (maledetti screenshot fascisti…).
Ma il buon Raimo non è solo nella sua battaglia contro l’ignoranza. Il Fatto Quotidiano ha appena lanciato un appello in cui svela che, nonostante l’esclusione di Altaforte dal salone, la regione Veneto ha “acquistato e distribuito nelle scuole 2500 copie di un testo revisionista pubblicato dalle Edizioni Altaforte”. Con tanto di link al comunicato della Regione. In cui si scopre che il “testo revisionista” è un fumetto su Norma Cossetto e sulle foibe. Maledetti revisionisti che ricordano le foibe nonostante la legge 30 marzo 2004 n. 92 lo vieti esplicitamente, soprattutto in quei giorni intorno al 10 febbraio. Ma anche qui, googlando il titolo e fermandosi al primo risultato, si scopre che in realtà è edito da Ferrogallico e non da Altaforte.

Fake news antifasciste

Attenzione a chi vi dice che queste persone non sono capaci neanche di fare la più semplice delle ricerche internet o che non hanno nemmeno le capacità mentale per comprendere la differenza tra una casa editrice e il suo sito e-commerce in cui vende anche altre case editrici. Perché queste sono fake news del fascio-populismo, perché poi da qui a pensare “ma quindi in Feltrinelli che in catalogo online hanno il Mein Kampf di Hilter delle edizioni Ar di Giorgio Freda sono nazisti?” il passo è breve. Mai usare la logica stringente, è fascista e foriera di pensieri pericolosi. Come sa bene anche Left, che in un brillante articolo in cui sostiene che tutti i libri venduti nel sito in realtà facciano parte dell’ “alveo” Altaforte arriva addirittura a sostenere che la casa editrice Idrovolante facente parte del gruppo editoriale che fa capo a Francesco Giubilei (che non ha nulla a che fare con Cpi) sia in realtà una creatura di Carlomanno Adinolfi. Perché, e qui il ragionamento è limpido, in catalogo c’è un romanzo di Carlomanno Adinolfi. Come anche un testo di Berto Ricci, ma ora cercare di provare il tentativo di ricostituzione del Partito Fascista perché Berto Ricci è il capo di Idrovolante è un po’ complicato. Quindi come non cogliere l’occasione per dimostrare una trama nera che attraverso le linee di sangue arriva fino a Terza Posizione? E lasciate stare il fatto che questo articolo sia stato commentato su Facebook dai diretti interessati che hanno ridicolizzato il giornale per la sua irreprensibile logica. Perché i commenti sono stati cancellati e i loro autori bloccati, quindi non se ne accorgerà nessuno (ops… maledetti screenshot fascisti!).

La cultura non “fallirà”

Capite dunque perché è di vitale importanza impedire la pubblicazione di “certi” libri. E se poi vi dessero strane idee per cui ridereste di certe inchieste? E se poi certe letture vi dessero informazioni che potrebbero stimolare una forma deviata di intelligenza per cui la storia delle carbonare di Putin che finanziano la galassia nera attraverso il Front National della Le Pen diverrebbero solo dei meme? Non sia mai. Ma non temete. Pif ha appena previsto che Altaforte fallirà perché la società è sana e nessuno comprerà i suoi libri. Alla faccia del picco di vendite delle ultime 48 ore. E se ve lo dice Pif, buona cultura a tutti.

Antonio Severo

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3 comments

Nuccio Viglietti 12 Maggio 2019 - 11:04

Noi invece che siamo gatti randagi e di leggi ci facciamo un baffo…applichiamo legge buon senso…contraria ad ogni censura culturale. Amen. https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/

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Michele A. 12 Maggio 2019 - 11:50

E si dovrebbero temere individui come Raimo e quell’altro Pif o come diavolo si chiama? Codesti,oltre che abissali ignorantoni, sono talmente ottusi che non si rendono nemmeno conto che hanno fatto più pubblicità ad Altaforte loro che la più costosa azienda di marketing e comunicazione. Da scompisciarsi dalle risate.

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Commodo 13 Maggio 2019 - 12:40

MBE’… Da un tizio con la faccia da cretino, che gira come un cretino, che blatera da cretino, e che sfoggia fieramente, come fosse un blasone, un nomignolo da cretino… Cosa vogliamo aspettarci?… È parecchio facile che sia un cretino!… Pifffff!!!

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