Milano, 26 ott — Com’è versatile il neo rieletto sindaco meneghino Beppe Sala: alla bisogna barricadero che fa richiesta ai consiglieri di esibire un «certificato di antifascismo militante» (Vittorio Feltri gli ha ben spiegato cosa se ne deve fare); coccoloso quando si devono accogliere stuoli di immigrati e con i 72 generi del mondo Lgbt; per arrivare, infine, alla versione «manganello inclusivo» contro i manifestanti no green pass presentata ieri a L’aria che tira di Myrta Merlino.
Beppe Sala il Beccaris 2.0
Forse in ossequio alle invocazioni di Giuliano Cazzola, che qualche tempo fa chiedeva al ministro Lamorgese di richiamare in servizio «Bava Beccaris che sa come trattare questa gente, questi terroristi». «Ci vuole il feroce monarchico Bava, con il piombo gli affamati sfamò. Non c’è nessuna scusa, sono dei terroristi e quindi non meritano nulla. Magari non proprio Bava Beccaris, ma sicuramente meritano che la celere li bastoni». Del resto questi «no pass», come li chiamano i giornaletti mainstream, hanno definitivamente fracassato le palle: per il 14esimo sabato consecutivo il centro della gràn Milàn è congestionato da questa folla — ma come, non erano 4 gatti? — di pezzenti: non vogliono vaccinarsi, non vogliono pagarsi i tamponi per lavorare, e come se non bastasse con i loro cortei bloccano tutte le attività commerciali. «Milano non si ferma», bisogna guardare ai dané, lo dichiarava Sala nel febbraio 2020 abbracciando cinesi e lo ribadisce ora.
Il prefetto è troppo buono
Insomma, ieri a L’aria che tira, Sala lo ha ribadito: i manifestanti «non rispettano la regola d’ingaggio basilare, che è: si concorda il percorso. A questo punto diventano incontrollabili». A questo punto «la polizia può fare una sola cosa: può caricarli». Ma il prefetto, bontà sua, è troppo tenero con questi scappati di casa. «Lo capisco, non intende farlo». Urlano di dolore i centri sociali — antagonisti, antifascisti, anarchici, tutti gli an- che vi vengono in mente — ritrovatisi in piazza gomito a gomito con i fascisti, (presunti o sedicenti tali): prima portati dal sindaco meneghino sul palmo della mano («i centri sociali sono luoghi di aggregazione e di cultura», dichiarava nel 2020) poi ammanettati, denunciati e riempiti di bastonate. Vedi come si fa in fretta a ritrovarsi dalla parte sbagliata…
Cristina Gauri
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