Roma, 19 gen – Dalle parti di Repubblica l’aria si sta facendo ormai rovente. Un quotidiano già in crisi cronica di vendite, accusato dai suoi stessi lettori di essere diventato il gazzettino del Pd, ha infatti scaricato recentemente (e clamorosamente) il suo editore, cioè Carlo De Benedetti. Il motivo ufficiale di un tale gesto, a livello ufficiale, è il coinvolgimento dell’Ingegnere nello scandalo delle Popolari.
Eppure, è già da diverso tempo che l’editore De Benedetti e lo storico fondatore Eugenio Scalfari sono ai ferri corti. Tutto è cominciato da quando Scalfari disse in televisione che, dovendo scegliere tra Berlusconi e Di Maio, non esiterebbe ad appoggiare il Cavaliere, nemico storico del quotidiano. L’uscita, però, non piacque all’Ingegnere, che con Silvio ha ben più di un conto in sospeso. Insomma, De Benedetti è evidentemente nervoso, complice anche il delicatissimo processo d’appello sui morti alla Olivetti di Ivrea. Di conseguenza, l’Ingegnere ha mandato a farsi benedire la diplomazia e ha messo Scalfari alla berlina in pubblica piazza.
Ospite dell’amica Gruber a Otto e mezzo, De Benedetti si è infatti tolto qualche sassolino dalla scarpa. E a Scalfari non le ha certo mandate a dire: «Non voglio più commentare un signore molto anziano che non è più in grado di sostenere domande e risposte. Ha detto che se ne fotte delle mie critiche? Li ho salvati dal fallimento negli anni Ottanta e a Scalfari ho dato un pacco di miliardi, quindi con me deve solo stare zitto. È un ingrato». A questo punto Scalfari si è fatto intervistare da Francesco Merlo proprio su Repubblica per rispondere a queste accuse.
E anche lui, che si definisce orgogliosamente un «vegliardo», ci è andato giù pesante: «Quello dell’editore è un mestiere che [De Benedetti] non ha mai fatto. È stato l’amministratore dei suoi beni. Oltre a Repubblica aveva un patrimonio personale molto ragguardevole». Tuttavia, sulla questione del “salvataggio”, De Benedetti «non prese certamente un baraccone che perdeva soldi. Repubblica ha fatto attivi economici molto significativi. Ed è sicuro che De Benedetti non ci rimise. La sua abilità di finanziere gli ha consentito di vivere da ricchissimo. E bastino a dimostrarlo la strepitosa villa che ha in Andalusia e il grande yacht con cui fa le crociere in giro per il mondo. Il suo fiuto in Borsa è noto a tutti. E infatti, adesso che ha regalato le sue azioni ai figli, gli sono rimaste tutte le grandi ricchezze personali».
Elena Sempione

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