Roma, 10 nov – A scuola niente smatphone. Avviene ad Aosta, dove il provvedimento si dovrebbe interessare di contrastare bullismo e baby gang.

Aosta, la scuola vieta gli smartphone

Il questore di Aosta, come riporta l’Ansa, sta studiando un provvedimento per vietare a scuola gli smartphone. L’obiettivo sarebbe quello di combattere bulli e vandali, e quindi di contrastare i fenomeni di disagio giovanile. Secondo il questore i ragazzi, spesso inconsapevoli, fanno un uso spropositato di alcol e altri mezzi illeciti allo scopo “di divertirsi”, spesso traendo spunto da quello che vedono sui social. Da qui l’esigenza diย  “porre in essere delle misure di prevenzione che impediscano al ragazzo lโ€™utilizzo del telefono per un mese oppure per tre mesiโ€.

Baby gang, alcool e droga

Il Comitato per lโ€™ordine e la sicurezza pubblica (Cosp) della Valle dโ€™Aosta ha deciso di intensificare l’impiego delle forze dellโ€™ordine sul territorio. Da qui nasce “il divieto di possedere o utilizzare, in tutto o in parte, qualsiasi apparato di comunicazione radiotrasmittente”. Ovviamente, smartphone compresi. Allo scopo di affrontare il bullismo anche nel contesto di “una significativa presenza di baby gang. Si tratta di ragazzi che compiono azioni violente, lesioni, aggressioni e atti di bullismo verso i coetanei, ma anche atti di vandalismo e di disturbo della quiete pubblica”. Il questore contesta la definizione di “baby gang”, che “nella realtร  valdostana non รจ corretto, perchรฉ รจ necessario chiamare i fenomeni con i giusti termini”.

Provvedimento giusto, ma da solo serve a poco

Se la scuola cominciasse a disciplinare i ragazzi sarebbe un bene. Ma da solo, lo stop – o “daspo” come l’hanno definito – contro gli smarpthone serve a poco. Anzitutto, sarebbe il caso che un simile atteggiamento sia tenuto a livello nazionale e non soltanto locale. In secondo luogo, la temporaneitร  non ha alcun senso. Due, tre mesi. Perchรฉ non per sempre? รˆ davvero cosรฌ difficile imporre un limite nelle ore di lezione? Infine, essa andrebbe integrata in un vero “sistema” organico di disciplina che, nella scuola italiana, ormai manca da decenni. Questo per la banale necessitร  di riprendere a formare gli alunni, e non a “subirne” quasi l’iniziativa come hanno dimostrato molti fatti di cronaca recente.

Stelio Fergola

 

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