Roma, 5 apr – Sarebbe “un esempio di multiculturalità di multietnicità” la scuola primaria Pestalozzi di Perugia dove c’è una classe con un’unica bambina figlia di genitori nati in Italia e tutti i suoi compagni di coppie arrivate dall’estero.
La preside della multiculturalità
A dirlo all‘ANSA è Isa Settembrini, dirigente dell’istituto: “Ci sono bambini che vengono da tutte le parti del mondo, di più di 20 nazionalità” spiega. Ma quello che alla Settembrini sembra “un esempio di convivenza pacifica e di positività che cerchiamo di arricchire tutti i giorni con il lavoro didattico in classe. Cercando di stabilire relazioni positive che possano arricchire e potenziare le competenze degli alunni e degli adulti”, a noi sembra un inesorabile processo di immigrazione con cui nessun governo vuole veramente fare i conti. La dirigente ha quindi evidenziato lo “sforzo nei confronti degli alunni di far capire che lo stare insieme nella diversità è un valore aggiunto”. “Perché – ha proseguito – si è diversi, si proviene da Paesi e culture diverse e questo arricchisce. Tutto bello, il problema però è l’evidente gap demografico.
Crisi demografica
La preside è preoccupata di rendere possibile “scambio e di trovare dei punti in comune per crescere e confrontarsi e confrontarci. Per crescere bene e pacificamente, lavorando sul concetto di integrazione, pace e fratellanza. Di andare avanti insieme per costruire qualcosa di bello e di positivo”. Qualcosa però non sta andando come vorrebbero loro.
La Redazione