kara-terremotoRoma, 29 ott – Le scie chimiche, il sistema Haarp, i Menhir. E ora pure la punizione divina. Non si ferma la fantasia sulle cause del secondo, forte terremoto che due giorni fa ha colpito di nuovo l’Italia centrale. A questo giro il protagonista della teoria del complotto è Ayoub Kara, viceministro di Israele alla Cooperazione regionale, che tira in ballo nientemeno che l’intervento di Dio.

“Passare attraverso un terremoto non è stata la più piacevole delle esperienze, ma abbiamo avuto fiducia che la Santa Sede ci avrebbe tenuto al riparo”, ha spiegato Kara, che giovedì era a Roma in missione istituzionale presso il Vaticano. “Sono certo – ha continuato il politico israeliano, appartenente alla minoranza drusa – che il terremoto sia avvenuto a causa della decisione Unesco che il Papa ha fortemente disapprovato. Ha anche detto che la Terrasanta è legata alla Nazione di Israele”. Insomma, il sisma che ha distrutto Visso e Ussita, secondo Kara, membro del partito Likud che esprime anche il premier Benjamin Netanyahu, sarebbe da ricondursi ad una punizione divina per avere l’Italia, in sede Onu, approvato la mozione con la quale l’agenzia delle nazioni unite ha fra le altre cose criticato Israele per la gestione dei luoghi sacri di Gerusalemme.

Nicola Mattei

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