Bergamo, 18 apr — E alla fine, dopo l’inevitabile bufera, arrivano le (evitabilissime) scuse: la tempesta di sterco social che ieri si è abbattuta contro le dichiarazioni di Sofia Goggia su gay e trans ha costretto la campionessa orobica all’inginocchiata sui ceci di rito.
Le frasi di Sofia Goggia che hanno fatto impazzire gli Lgbt
Torniamo a quanto accaduto ieri: la plurimedagliata sciatrice aveva provocato l’ittero a Luxuria e relativo carrozzone Lgbt per una battuta un po’ velenosa sulla presunta mancanza di coraggio degli sciatori gay, e soprattutto per aver ribadito l’ovvio: che gli atleti trans non dovrebbero gareggiare contro le donne per manifesta superiorità fisica. Perché si tratta di una lotta ad armi impari. E quando lo fanno — questo lo ribadisce chi vi scrive — equivale a barare, e sottrarre alle donne, quelle vere, la possibilità di eccellere dopo una vita di sacrifici e allenamenti. «Le donne sono donne; gli uomini, uomini», ha quindi esordito Goggia nel corso di un’intervista. Ma siamo nel 2022, e ricordare l’abc contenuto nei testi di biologia è considerato «problematico».
Alla domanda del giornalista che chiedeva della presenza di omosessuali tra gli atleti, la campionessa aveva poi risposto: «Tra le donne qualcuna sì. Tra gli uomini direi di no. Devono gettarsi giù dalla Streif di Kitz…». Che tradotto per chi non è appassionato di sci: un uomo gay non sarebbe in grado di affrontare una discesa tanto impegnativa. Una battutaccia da bar, ne conveniamo; conveniamo anche che la campionessa orobica l’ha tecnicamente fatta fuori dal vaso, in questo caso, perché non può essere al 100% sicura di conoscere l’orientamento sessuale di ogni singolo atleta maschile. Ma, per l’appunto, è qualcosa che rimane nel novero delle battute.
La graticola social
Poi arrivano le dichiarazioni sui trans: «A livello di sport, un uomo che si trasforma in donna ha caratteristiche fisiche, anche a livello ormonale, che consentono di spingere di più. Non credo allora che sia giusto». E siccome siamo nel 2022 ma, come amano spesso ricordare gli alfieri dei diritti-capricci Lgbt, per certi versi è come stare nel Medioevo, ecco che scattano all’unisono i Torquemada della lobby gay-trans: è graticola social per la Goggia. Piovono insulti di ogni tipo e anche minacce, perché — ricordiamolo sempre — se fai parte della congrega dei «buoni», hai il salvacondotto per offendere, minacciare, mettere in ridicolo e marginalizzare chi non la pensa come te.
Le scuse
Troppa pressione, forse, per la sciatrice orobica, e chissà mai che qualcuno nelle alte sfere dello sci le abbia consigliato di fare marcia indietro. Così stamattina alla buonora ha scritto su Twitter: «Fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce. Mi dispiace e mi scuso con tutte le persone che si sono sentite offese per la frase che è uscita nell’intervista del Corriere che, sicuramente, quando l’ho pronunciata, non voleva essere di natura discriminatoria». Un dietrofront davvero mesto, che avremmo preferito non leggere.
Fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce.
Mi dispiace e mi scuso con tutte le persone che si sono sentite offese per la frase che è uscita nell’intervista del Corriere che, sicuramente, quando l’ho pronunciata, non voleva essere di natura discriminatoria. 🌈— iamsofiagoggia ⛷️ (@goggiasofia) April 17, 2022
1 commento
Se son preparate scendono…, impreparate e vendute non salgono !