Milano, 16 nov – Alberto Zangrillo, al pari del suo collega Matteo Bassetti, fa notoriamente parte di quella schiera di scienziati in palese opposizione alla narrazione terroristica e tipicamente filogovernativa del contagio. Da dieci mesi in prima linea contro il coronavirus, non possono, ahimè, limitarsi a salvare vite ma si devono anche preoccupare di rispondere colpo su colpo agli attacchi portati avanti da coloro che li chiamano «negazionisti» o «minimizzatori»; tutto questo perché da questa estate «osano» sostenere l’utilità di un approccio razionale all’epidemia ed evidenziano i rischi legati a un racconto del contagio improntato sul terrorismo psicologico.

Le persone terrorizzate non sono responsabili

In un’intervista apparsa oggi su Libero il primario dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione Generale e Cardio-Toraco-Vascolare dell’Istituto San Raffaele di Milano si toglie qualche sassolino dalla scarpa. La paura che sta attanagliando gli italiani, secondo Zangrillo «è comprensibile» data la mole giornaliera di messaggi al limite dell’escatologico che arrivano alle orecchie degli italiani, e ha alimentato l’assedio agli ospedali. «Se terrorizziamo le persone, non le renderemo mai responsabili», è l’atto di accusa ai media. E’ chiaro: chi vive nel terrore non può fare scelte razionali. Messa sotto accusa dal primario è la mania, di sottoporsi ai test, eseguiti non per tracciare, ma per tranquillizzare se stessi: «sono inutili e pericolosi».

C’è chi parla e c’è chi agisce

«Esistono anche in medicina, come in tutti i settori, quelli che non sbagliano mai: sono coloro che stanno sul divano di casa, dietro a una telecamera e davanti a una scrivania», è la stoccata chiaramente diretta ai colleghi scienziati della «parte avversaria», quelli cioè come Burioni e Crisanti che, pur non lavorando «in trincea» a diretto contatto coi malati,  invocano il lockdown perenne e tratteggiano visioni apocalittiche ogni qual volta aprono bocca – piuttosto spesso, negli ultimi mesi. L’epidemia, puntualizza, ha messo sotto i riflettori «una serie di scienziati privi dei necessari parametri per essere definiti e riconosciuti come tali».

La scienza non ha colore politico

A chi lo accusa di essere troppo «di parte» e schierato ideologicamente, il professore risponde di essere «un clinico di terapia intensiva che lotta per guarire la gente, ma soprattutto un professore universitario». Le evidenze che lui elabora ed espone sono quindi frutto di osservazione scientifica e «non hanno colore politico».

Zangrillo conclude parlando dell’assunzione di Sileri, l’attuale viceministro della Salute che alcune settimane fa ha fatto sapere di voler tornare a praticare la professione di chirurgo. Specificando che Sileri è vincitore di un regolare concorso per professore di chirurgia, sostiene che «Sarà un bellissimo valore aggiunto per la Facoltà di Medicina, gli studenti e i nostri malati».

Cristina Gauri

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2 Commenti

  1. Cose già cantate da Rino Gaetano:
    “Rare tracce di gente
    Che lavora che produce
    Quando chiede nulla scuse
    A un sistema che non va
    Rare tracce di fortune
    Che si perdono alla sera
    Da teppaglia ammanicata
    Capace solo di
    Opinare ponderare deliberare prevedere
    Escogitare ideare meditare concepire
    Elucubrare congetturare arbitrare giudicare
    Disserrare spalancare strombazzare armeggiare
    Appagare tracce rare
    Di chi è capace di operare
    Reagire realizzare effettuare avverare
    Rispettare esercitare lavorare addestrare
    Assuefare applicare elaborare manipolare
    Arrischiare rinunciare smanovrare ammansare
    Smandrappare detestare adorare esecrare”

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