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Unabomber, caso ufficialmente riaperto: chi è il nuovo indagato

by Alberto Celletti
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Roma, 9 feb – Se ne parlava già a novembre ma ora è ufficiale: il caso di Unabomber viene riaperto. Con elementi di prova genetici al vaglio degli investigatori e, soprattutto, con un nuovo indagato (insieme a quelli già noti).

Unabomber, caso riaperto: chi è il nuovo indagato

Come riporta Tgcom24, il fascicolo è stato ripreso dal Procuratore capo di Trieste Antonio De Nicolo e il suo sostituto Federico Frezza. All’interno, vi hanno iscritto 11 indagati, nella speranza di trovare finalmente il responsabile (o più, se ce ne sono) dei 28 attentati che hanno sconvolto il Nord Est tra il 1994 e il 2006. Per quanto riguarda il “nome nuovo” tra di loro, si chiama Luigi Pilloni ed è un operaio di 61 anni. L’uomo è originario di Cagliari ma è trasferito da poco a Gaiarine, un centro della provincia di Treviso, dove attualmente risiede ma senza lavoro. Gli altri dieci nomi sono già noti alle forze dell’ordine perché erano già state iscritte tra i sospettati all’epoca. Comunque l’iscrizione nel registro degli indagati, precisa la Procura, non è indizio di colpevolezza, come spiega lo stesso De Nicolo: “Sono un atto necessario per evitare il rischio di rendere nullo l’incidente probatorio”. Aggiungendo poi: “Sia chiaro che non ci sono nuovi elementi”. Si spera, infine, che con i test del Dna sui reperti vecchi si possano fare dei confronti con chi è sotto osservazione.

La difesa di Pilloni: “Il gip ha avuto fretta, deduzioni molto aleatorie”

A parlare è l’avvocato Alessandra Devetag, alla quale attualmente è affidata la difesa del nuovo indagato. Così parla ai cronisti de Il giorno: “La posizione di Pilloni è basata su deduzioni molto aleatorie e deboli; d’altra parte un po’ tutto è scritto sull’acqua. A mio parere il gip è andato un poco di corsa: nella memoria difensiva per tutti che ho comunque già presentato al procuratore contesto soprattutto il modo in cui i reperti sono stati acquisiti. Dato che si tratta di un’inchiesta giornalistica chi li ha ottenuti ha rispettato tutte le procedure, ha semplicemente usato i guanti facendo in modo che non ci fossero contaminazioni? Solo appurando questo si poteva andare avanti disponendo la comparazione dei Dna, che potrebbero essere deteriorati,con quelli degli indagati. E dovranno essere raccolti i profili genetici non solo del Pilloni, ma anche di altri sei, fra i quali il fratello di Zornitta, che non facevano parte di quelli catalogati dal Ris di Parma”.

Alberto Celletti

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