Roma, 19 ott – Gli Usa potrebbero abbandonare l’Ucraina, se alle elezioni di medio termine dovessero spuntarla i repubblicani? Una teoria che circola da tanto, a prescindere da quanto possa costituire un’ipotesi concreta nel complesso coacervo di interessi spesso monolitici della politica estera statunitense, ma che ora trova una formulazione ufficiale nella dichiarazione di un esponente del partito di opposizione.
Usa, nessun “assegno in bianco” per l’Ucraina se vincono i repubblicani
Le dichiarazioni del repubblicano Kevin McCarthy sono abbastanze esplicite. Il leader dei deputati del partito di opposizione, come riporta Agenzia Nova, ha infatti affermato che, qualora il Partito dovesse conquistare la maggioranza del Congresso alle elezioni di medio termine, gli Usa non firmeranno un “assegno in bianco” per l’Ucraina. Il che, senza troppi giri di parole, dovrebbe voler dire che potrebbero tagliare i fondi e gli aiuti militari inviati a Kiev fino ad oggi, nel contesto della guerra contro la Russia. Le affermazioni sono state pubblicate sul portale d’informazione “Punchbowl News”. Le elezioni sono in programma l’8 novembre prossimo. Così cita testualmente quanto affermato da McCarthy:”Credo che in una fase di recessione non verrà consegnato un assegno in bianco all’Ucraina. E poi ci sono cose che l’amministrazione (del presidente Joe) Biden non sta facendo a livello interno, come la protezione delle frontiere. La gente inizia da dar peso anche a questo. L’Ucraina è importante, ma allo stesso tempo non può essere l’unica cosa di cui ci occupiamo, e non possiamo firmare assegni in bianco”.
Possibile il cambio di passo? Calma
Le parole di McCarthy non vanno rese assolute, chiaramente. Il Partito repubblicano non è infatti compatto sulla questione. E la divisione è sostanzialmente tra le quote “trumpiane” e quelle per così dire più “tradizionali”. Non a caso, ci sono altri esponenti della formazione politica dell’elefantino a parlare ancora di sostegni militari a Kiev. Tra questi, Micheal McCaul, il quale ritiene che gli aiuti a Kiev andrebbero intensificati: “Dobbiamo dare (agli ucraini) quello di cui hanno bisogno. Se lo facciamo, vincono”. Il quadro, insomma, è complesso. L’influenza culturale delle visioni più “trumpiane” non riguarda tutta l’opposizione, e toccherà quindi osservare con molta attenzione cosa accadrà dopo il voto. Questo ammesso – e assolutamente non concesso – che i repubblicani la spuntino ribaltando i numeri del Congresso.
Alberto Celletti