Riassunto veloce del saggio: nessuno legge i termini di servizio quando s’iscrive a un servizio internet. Quando vi iscrivete a un servizio dovete accettere un documento generalmente scritto in “burocratese” di alcune pagine. Pagine che, come confermato dallo studio, nessuno legge. E Vicari rientra tra questi. Vogliamo dare una veloce scorsa ai termini che sottoscrivete quando vi iscrivete a Facebook? Potete trovare tutto nelle condizioni d’uso di Facebook.
Andiamo per gradi.
Paragrafo 5: “Protezione dei diritti di terzi”
Punto 2: “Ci riserviamo il diritto di rimuovere tutti i contenuti o le informazioni che gli utenti pubblicano su Facebook, nei casi in cui si ritenga che non rispettino la presente Dichiarazione o le nostre normative.“
Il che vuol dire semplicemente che Facebook può rimuovere quello che vuole, quando vuole.
Paragrafo 15: “Controversie”
Punto 1: “Qualsiasi reclamo, diritto sostanziale o disputa (“reclamo”) tra l’utente e Facebook, derivante dalla presente Dichiarazione o dall’utilizzo di Facebook o ad essa relativo, verrà risolto esclusivamente nel tribunale del distretto federale statunitense della California settentrionale o in un tribunale situato a San Mateo County. L’utente accetta di sottostare alla giurisdizione personale dei tribunali sopracitati allo scopo di portare avanti tali controversie. La presente Dichiarazione, nonché qualsiasi reclamo che possa insorgere tra le parti, sono regolate dalle leggi dello stato della California, indipendentemente dai conflitti delle disposizioni di legge”.
Il che vuol dire che Vicari può trascinare Facebook in tribunale.. Ma lo dovrà fare in un tribunale situato a San Mateo County. In realtà su quest’ultimo punto la faccenda è complicata, un tribunale francese ha recentemente stabilito( dopo ben 6 anni ) che Facebook può essere chiamata a rispondere in tribunale anche in tribunali diversi. Insomma, su Facebook non vige la libertà di espressione e la privacy è quanto meno aleatoria. Quindi non bisogna usarlo? Assolutamente no. Basta saperlo utilizzare in maniera corretta e conoscerne i limiti. O almeno non invocare tribunali senza motivo.
Stefano Casagrande
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Lapidario. Bravo Casagrande.
Credere che faceb si una piazza e un luogo dove esprimersi la dice lunga del rincoglionimento generale in cui versa il mondo.