āSono circa un milione gli studenti che riferiscono di aver giocato somme di denaro almeno una volta negli ultimi dodici mesi. Dal 2014 al 2015 la percentuale ĆØ cresciuta dal 39 al 42%, con un 7% che riferisce di giocare 4 o più volte alla settimana. Lāaumento ĆØ generalizzato per tutte le fasce dāetĆ , in quasi tutte le aree geografiche e per entrambi i sessi: anche se la percentuale più alta resta quella fra i ragazzi, 51% contro 32% delle femmine, lāincremento maggiore ĆØ quello di quattro punti registrato fra le ragazze 16-17enni, dal 27% al 31%. Anche il 38% dei minori scolarizzati (15-17 anni), circa 550.000 studenti, riferisce di aver giocato dāazzardo nel 2015 (erano il 35% nel 2014)ā. Ć quanto riassume Sabrina Molinaro, ricercatrice dellāIstituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa e responsabile dello studio EspadĀ®Italia, parte del progetto European School Project on Alcohol and other Drugs, indagine sui comportamenti a rischio tra gli adolescenti, che nel 2015 ha coinvolto un campione rappresentativo di circa 30.000 studenti italiani tra i 15 ed i 19 anni, afferenti tutto il territorio nazionale Ā āLa percentuale nazionale rilevata nellāultima indagine preoccupa anche perchĆ© fa segnare unāinversione di tendenza per la prima volta dopo 5 anni: dal 2010 al 2014 si era assistito infatti a una costante riduzione, dal 47% nel 2010 al 39% nel 2014ā.
Rispetto alle tipologie di gioco, dal 2010 ĆØ diminuita sensibilmente la quota che gioca al Lotto/Superenalotto (dal 31% al 21%) e al Poker texano (dal 27% al 18%), aumentano invece coloro che hanno giocato a Totocalcio/totogol (dal 10% al 29%), altre scommesse (dal 6% al 15%) e Gratta e vinci (dal 63% al 69%). I generi si differenziano anche a seconda del tipo di gioco: tra i maschi troviamo al primo posto le scommesse sportive (67%), seguite da Gratta e vinci (63%) e Totocalcio/totogol (40%); le ragazze preferiscono il Gratta e vinci (79%), seguito da Bingo/tombola (43%) e altri giochi con le carte (24%). Tra i giocatori on line, i ragazzi sono attratti soprattutto da sommesse sportive/Totocalcio (65%) e poker texano (36%), le ragazze da Gratta e vinci/Lotto istantaneo (34%) e scommesse sportive/Totocalcio (30%). Tra i minori il divario ĆØ ancora più netto: sono stati giocatori il 46% dei maschi e il 29% delle femmine.Ā Per quanto riguarda i posti preferiti dai giocatori, perdono popolaritĆ sia i locali pubblici non dedicati (bar, tabaccherie, pub), frequentati nel 2015 dal 37% dei giocatori (contro il 44% del 2014 e addirittura il 61% del 2010), sia le abitazioni private (36% contro il 40% del 2010), a favore delle sale scommesse (28%, in crescita dal 22% del 2010). Ad aver giocato online nel 2015 sono circa lā8% degli studenti, con una forte differenza di genere (14% dei maschi e 3% delle femmine) e una prevalenza crescente con lāetĆ , dal 6% dei 15enni allā11% dei 19enni. Il 48% dei giocatori virtuali usa il pc, il 35% lo smartphone, il 15% il tablet o accede tramite internet point. Tra gli studenti che giocano, i ragazzi potenzialmente a rischio (rilevato mediante il test South Oaks Gambling Screen Revised for Adolescents-Sogs-Ra) sono circa lā11% di coloro che hanno giocato denaro nell’ultimo anno. La percentuale di ragazzi giĆ problematici si assesta sullā8% dei giocatori. Rimane pressochĆ© stabile rispetto al 2014 l’importo delle giocate: lā8% degli studenti giocatori dichiara di aver speso oltre 50 euro nell’ultimo mese, il 17% tra i 10 ed i 50 euro, mentre il 75% meno di 10 euro.
Dal punto di vista geografico, prevale il Meridione. La percentuale di studenti che hanno giocato almeno una volta negli ultimi dodici mesi si attesta al 36,8% nel nord-ovest, 30,6% nel nord-est, 43,5% al centro e al 48,8% nel sud e nelle isole (quasi tutte le aree sono in crescita: nel 2014 le percentuali erano rispettivamente del 32,4%, 31,1%, 41,6%, 46,5%). Stessa graduatoria tra gli studenti problematici: nord-ovest 5,5%, nord-est 4,8%, centro 7,6%, sud e isole 10,2%.Ā Non ĆØ una situazione da prendere alla leggera, se ĆØ vero ā come ha recentemente spiegato, proprio a Pisa, lo psichiatra Matteo Pacini ā che dal vizio del gioco alla vera e propria ludopatia compulsiva il passo può essere anche molto breve, con conseguenze drammatiche anche sul piano finanziario per i malati e le loro famiglie che talvolta finiscono nelle mani degli usurai.
Francesco Meneguzzo
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