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Wpath files, il simbolo del piano inclinato Lgbt che non mente mai

by Alberto Celletti
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Wpath files

Roma, 8 mar – Wpath files, ovvero il piano inclinato non mente mai. Si parte concedendo qualcosa e poi non ci si ferma più. Tanto più che nessuno, in partenza, si sognava di picchiare omosessuali per strada.

Wpath files, l’ennesimo scandalo Lgbt può essere solo l’inizio

Sulla questione in sé non diremo troppo perché se ne parla ormai da giorni. In estrema sintesi, protagonista di questa agghiacciante vicenda è la World Professional Association for Transgender Health (Wpath). I Waph files, appunto, sono i documenti emersi nei giorni scorsi circa quello che dovrebbe – almeno in teoria – essere definito il più grande scandalo medico della storia. J.K Rowling, che della lotta alla tirannia trans si è fatta portavoce negli ultimi anni, ha scritto così a riguardo: ““I Wpath files ha mostrato al di là di ogni dubbio che interventi chirurgici e farmaci di non comprovato effetto benefico vengono somministrati a coloro che non possono dare il consenso informato. Se continui a fare il tifo per questo, sei complice”.

Perché gli interventi chirurgici, effettuati senza un reale consenso da parte di minori con evidenti problemi sul tema della sessualità, la Wpath li ha promossi davvero. Così come i farmaci. Usati su minori divenuti delle vere cavie da laboratorio, per usare la definizione di Tempi. “Un pene può essere rimosso a qualsiasi età”, dice Marci Bowers, presidente di Wpath (chirurga di fama mondiale, ovviamente transgender). Insomma, un fatto arbitrario, afferma rispondendo a un dottore che chiede consigli a un paziente di 14 anni che si identifica come ragazza.

L’ennesima dimostrazione di dominio pericoloso sull’essere umano

Il punto è che questa gente non vuole semplicemente “esistere”, ma deliberamente imporre quello che a tutti gli effetti è un credo insindacabile. Con l’aggravante che questo “credo insindacabile” produca senza mezzi termini la distruzione dell’essere umano, nella fattispecie sessuale del termine, senza che abbia davanti a sé troppi ostacoli, anzi con la costante promozione anche da organismi internazionali ormai pienamente sottomessi culturalmente ed eticamente alla questione. Contando che anche l’Istituto Superiore di Sanità pende dalle labbra del Wpath, considerandola come un punto di riferimento nel trattamento della disforia di genere, non si può non dedurre – a meno di non voler ignorare pesantemente la gravità della questione – la forza propagandistica, culturale e anche politica di queste persone. Il cui potere, però, viene esercitato troppo spesso in modi che definire vergognosi – se non addirittura criminali – sarebbe perfino limitante.

Alberto Celletti

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