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Aquila e tricolore: storia dell’Audax, l’italiana del Cile

by Marco Battistini
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Roma, 27 nov – Quando si parla di italiani all’estero – e in particolare si fa riferimento al Sud America – i discorsi tendono a concentrarsi sui grandi numeri di Argentina e Brasile. Ma, a ben vedere, dall’istmo di Panama scendendo fino a Capo Horn troviamo pressoché ovunque presenza e tracce dei nostri connazionali. Anche nel lontano Cile, remota striscia di terra stretta tra l’Oceano Pacifico e la cordigliera delle Ande. A questa rubrica – che ha l’ambizione di raccontarvi il primato nazionale nel contesto del sempre discusso mondo del pallone – non poteva passare inosservato il percorso dell’Audax Italiano. Gloriosa squadra cilena dalla particolare storia fatta di cappelli, ciclismo e, ovviamente, calcio.

“Per dimostrare il vigore della comunità italiana”

Un viaggio lungo un mese, dalle accoglienti coste mediterranee a quelle sconosciute del nuovo continente. Ad Alberto Caffi, figlio del meridione, non è mai mancata la voglia di lavorare. A scarseggiare era invece la pecunia. Così, biglietti navali in mano e famiglia al seguito, tentò la fortuna nel nuovo mondo. Dove la passione della moglie per abbigliamento e accessori lo convinsero ad aprire una sombrereria nei pressi di Santiago, la capitale cilena. Ben presto da modesta bottega divenne frequentato luogo d’incontro cittadino.

30 novembre 1910. Mentre il Cile festeggia un secolo di indipendenza lo stesso Caffi insieme a due connazionali – Amato Ruggieri e Ruggero Cozzi – viene ispirato dalla vivace brezza primaverile sudamericana. Nell’ormai famoso negozio di copricapi i tre fondano una nuova società sportiva che si metterà al servizio della comunità italica, dando a quest’ultima la possibilità di “dimostrare il proprio vigore”. Una sorta di primigenia devozione alla vittoria fa ripromettere loro di rifiutare ogni riposo, almeno fino a quando gli sforzi non sarebbero stati coronati dal successo.

L’Audax Club Sportivo Italiano

Nato come “Audax Club Ciclista Italiano” – l’acronimo originale è ancora presente nel simbolo – dopo un decennio la fortunata attività su due ruote viene affiancata dalla sfera di cuoio. E, con la crescente popolarità dell’arte pedatoria, anche il nome è modificato (nel 2007 sarà poi aggiunto La Florida, richiamo al comune).

A partire dal 1933 il Cile riesce ad organizzare anche un unico campionato nazionale. Per tutto il decennio l’Audax è protagonista: vince il torneo nel 1936 e colleziona quattro secondi posti. Nel corso degli anni poi arriveranno altre tre affermazioni (1946, 1948, 1957). Dopo un lungo periodo lontano dai vertici del pallone cileno con il nuovo millennio arriva – per la prima volta nella storia – la partecipazione alla prestigiosa Coppa Libertadores. L’esordio in competizioni continentali risale invece alla fine del secolo scorso, con qualificazione in Copa Conmebol, raggiunta in quanto finalista in Coppa del Cile 1998.

Il simbolo: un’aquila e il tricolore

“Siamo degni ambasciatori dell’Italia in Sudamerica” affermava orgogliosamente la dirigenza nel 2010, anno del centenario. E, a partire dai colori sociali (verde, bianco, rosso), tutta la simbologia ufficiale vuole mantenere il rapporto con la madrepatria. Logo sferico a sfondo blu con un’aquila dorata a protezione del centro tricolore. Per onorare la disciplina da cui tutto è partito in luogo della nostra bandiera è inoltre apposta, stilizzata, la ruota di una bicicletta.

La grafica attuale – seppur densa di significato – risulta però stilisticamente datata. Tuttavia proprio nei mesi scorsi la società dei tanos ha indetto un concorso tra i propri tifosi per ringiovanire – nel rigoroso rispetto della storia – il proprio stemma. Entro l’anno nuovo l’Audax avrà quindi un blasone rinnovato ma contemporaneamente fedele alle origini. Cambiare senza perdere la propria essenza, proprio come nella miglior tradizione italiana. Perché solo chi saprà modellare il futuro potrà preservare il proprio passato.

Marco Battistini

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