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“Che la vittoria รจ nostra”: storia del Palmeiras, ovvero il Palestra Italia

by Marco Battistini
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Roma, 30 ott – Esibizioni siniche, tornei americani, passerelle mediorientali. Quante volte abbiamo guardato dubbiosi il fitto calendario di amichevoli estive delle nostre maggiori squadre impegnate in orari improbabili a coordinate geografiche estranee? Erroneamente considerato come un indesiderabile effetto del calcio moderno, le migliori compagini del pallone italico viaggiano da sempre. Almeno dallโ€™estate del 1914. Mentre in Europa iniziano a soffiare i venti infuocati che avrebbero portato alla Grande Guerra, Pro Vercelli e Torino raggiungono il Brasile per una serie di partite contro rappresentative locali. Fu cosรฌ che quattro ragazzi della colonia italiana di San Paolo, trascinati dallโ€™entusiasmo per le gesta delle due piemontesi, decisero di fondare la Societร  Sportiva Palestra Italia. Ossia, il Palmeiras.

I quattro fondatori e il conte Matarazzo

Luigi Cervo, Luigi Marzo, Vincenzo Ragognetti ed Ezequiel Simone invitarono i connazionali presenti in terra paulista a partecipare alla nuova avventura pedatoria. Il 26 agosto alla presenza di 46 interessati prese vita – con un atto di fondazione significativamente redatto in lingua madre – il Palestra Italia. Alla nazione dโ€™origine veniva quindi associato un termine che nellโ€™antica Grecia indicava il luogo dove i giovani praticavano lโ€™attivitร  motoria (spesso la lotta).

La maggioranza dei partecipanti lavoravano per le Industrie Riunite Francesco Matarazzo. Il titolare dellโ€™allora maggiore compagnia aziendale latino-americana aiutรฒ la neonata compagine nellโ€™acquisto del terreno sul quale edificare il proprio impianto sportivo. Matarazzo (1854-1937), imprenditore dallโ€™animo popolare, non dimenticรฒ mai le proprie origini: nel 1917 divenne conte per aver assistito finanziariamente e materialmente il nostro paese nel primo conflitto mondiale. Titolo esteso nove anni piรน tardi a tutta la prole, anche grazie alla reciproca stima con il governo Mussolini. Per capire il suo peso specifico – e di riflesso della โ€œsuaโ€ comunitร  dโ€™appartenenza – basti pensare che secondo i servizi tedeschi โ€œquando il presidente del Brasile visita San Paolo, chiama prima Matarazzoโ€.

Da Palestra Italia a Palmeiras

I colori sociali non potevano che essere verde, bianco e rosso. Stesse tonalitร  delle divise da gioco, dove comunque ha sempre prevalso il primo dei tre. Con lo scoppio del secondo conflitto mondiale – e il relativo appoggio brasiliano alla causa alleata – il Palestra fu costretto ad eliminare ogni riferimento alla propria italianitร . Identico trattamento riservato allโ€™omonima squadra di Belo Horizonte, rinominata in Cruzeiro. A San Paolo, rimasta la sola tinta fredda, ecco il Palmeiras.

Ma, come sottolineato qualche anno fa da Paulo Nobre, presidente del Verdรฃo nel triennio 2013-2016, โ€œuna squadra che dimentica le sue origini, dimentica la sua storiaโ€. E, nonostante le leggi, questo richiamo a suo modo ancestrale non รจ mai venuto meno. Questioni profanamente commerciali – oltre allo storico accordo con Parmalat le sponsorizzazioni di Agip, Pirelli, Fiat (fine anni โ€˜80 e primo decennio del 2000) – ma anche calcisticamente sacrali. Lo stadio innanzitutto: sebbene la casa sportiva dellโ€™Academia de Futebol sia stata completamente demolita nel 2010, il nuovo centro porta popolarmente il nome del vecchio edificio, vale a dire Palestra Italia. Non ha fatto eccezione poi la maglia da gioco: qualche stagione fa il Palmeiras decise di sfoggiare un completo azzurro – omaggio alla nostra nazionale – ingemmato da un nastro tricolore e lโ€™antico motto italiano โ€œForza Palestra, scoppia che la vittoria รจ nostraโ€. Il completo da trasferta bianco รจ spesso decorato con particolari verdi e rossi. Onori contraccambiati dalla Pro Vercelli che nella scorsa annata ha dedicato la terza maglia proprio ai brasiliani.

Lโ€™anno delle due Libertadores

Dallโ€™oriundo Altafini – non fu comunque il primo – diversi giocatori (su tutti Cafu e Roberto Carlos) sono passati direttamente nella nostra Serie A. Squadra abituata ai vertici, il Palmeiras รจ la compagine con piรน campionati brasiliani in bacheca. E un singolare primato continentale. โ€œGrazieโ€ ai calendari funestati dal Covid, nellโ€™anno solare 2021 รจ infatti riuscita a vincere due coppe Libertadores. La prima con un 1-0 di misura maturato al nono minuto di recupero, lโ€™altra dopo il 2-1 arrivato nei tempi supplementari. Un โ€œdoppioโ€ derby contro Santos e Flamengo che ci racconta di gare ruvide, intense. Combattute, sudate e vinte senza troppi fronzoli dagli uomini di Abel Ferreira. Storia – e non poteva essere altrimenti – di trionfi allโ€™italiana.

Leggi anche: Genesi italiana del Peรฑarol, la migliore sudamericana del XX secolo

Marco Battistini

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"Il sangue non diventa acqua, fratelli italiani": storia del Cruzeiro, ovvero l'altra Palestra Italia - 18 Dicembre 2022 - 7:31

[…] Leggi anche: โ€œChe la vittoria รจ nostraโ€: storia del Palmeiras, ovvero il Palestra Italia […]

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