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“1.200 euro per 10 ore di lavoro è sfruttamento”: e qualcuno ha il coraggio di lamentarsi della mancanza di giovani parrucchieri

by Andrea Grieco
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parrucchieri

Le nuove generazioni che si affacciano al mondo del lavoro vengono sempre più frequentemente bistrattate e investite dalle malelingue: “i giovani non hanno voglia di impegnarsi”“sono tutti degli scansafatiche”, queste le parole che almeno una volta tutti noi abbiamo sentito. Ad esempio, succede che a Firenze, dove diversi settori denunciano la grande difficoltà a trovare del personale da assumere, i parrucchieri, i quali si trovano in questo momento con carenza di lavoratori, a gran voce affermano: “I giovani non vogliono lavorare 10 ore al giorno per 1.200 euro”.

Parrucchieri in cerca di giovani apprendisti

«Si tratta di un lavoro duro per cui serve passione, i giovani quella non ce l’hanno più», queste le parole dei parrucchieri che non trovano più giovani apprendisti. Gli stessi però non pensano, forse, che ai tantissimi giovani che escono ogni anno dalle scuole non piaccia essere sfruttati: sì perché lavorare 10 ore, o anche più, magari compresi i giorni del fine settimana e con solamente un giorno, se va bene, di riposo a poco più di 1.000 euro è sfruttamento. Tutto questo, inoltre, in una società nella quale i prezzi della vita quotidiana sono schizzati a cifre astronomiche con le quali fare i conti è diventato proibitivo per moltissime famiglie, figurarsi per un giovane in cerca di autonomia.

Nuove generazioni alle prese con sfruttamento e precariato

I giovani, una delle categorie più colpite negli ultimi anni, vengono utilizzati come capri espiatori perché indifesi e senza esperienza: «I giovani di oggi non sono come eravamo noi, noi sì che avevamo fame di lavoro, noi sì che sapevamo rimboccarci le maniche», detto da chi, magari, è cresciuto grazie al benessere seguito al boom economico del secondo dopoguerra. I figli del naufragio della società contemporanea non hanno certezze, ma solo ansia per il futuro: nessuno scudo sociale ma solo sfruttamento e precariato.

Andrea Grieco

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