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Il clandestino fa l’animatore al centro estivo: madre “razzista” si oppone

by La Redazione
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immigratoRoma, 25 lug – La questione dell’immigrazione ha trovato un nuovo mostro da dare in pasto all’opinione pubblica: la madre razzista che ritira il proprio figlio dal centro estivo del comune di Peschiera Borromeo (Mi) appena saputo che un immigrato vi parteciperà con il ruolo di volontario a fianco al personale della cooperativa che gestisce il centro. Le cose, come sempre, si sono svolte in maniera diversa da come spiegato dalla retorica buonista, alla Saverio Tommasi, il quale non si è fatto ovviamente mancare il prezioso approfondimento senza per altro documentarsi. I fatti di una estrema semplicità: una madre ritira il proprio figlio ad un centro estivo, (ritira AL e non DAL come è stato scritto volutamente e come sottolineato dalla stessa mamma sul suo profilo facebook) riceve dal bambino una lettera intestata della cooperativa dove si parla dell’inserimento di “uno o due rifugiati o richiedenti asilo o in attesa di permesso” in qualità di volontari in affiancamento al personale della cooperativa stessa. Trovando la cosa degna di una riflessione, apre un dibattito in un gruppo Facebook di mamme chiedendo se fosse normale che venga inserito del personale senza qualifica in mezzo ai bambini senza avvertire in tempo i genitori che hanno affidato i minori a personale ritenuto qualificato.

Il meraviglioso progetto di inserimento per il bene dei bambini non è stato illustrato alla riunione con i genitori che sono stati avvisati in corso d’opera con una lettera in cui non viene specificato l’esatto status della persona o delle persone che concretamente verrebbero a fare gli animatori in affiancamento. Un rifugiato è differente da un richiedente asilo. Né tanto meno si è parlato del numero preciso di risorse, né a quale titolo dovrebbero venire impiegate. Si scoprirà che uno di questi volontari è già il secondo anno che viene inserito nel centro estivo sempre all’insaputa delle famiglie dei bambini. A fronte di un argomento sensibile e delicato come la sicurezza e la gestione dei bambini, la disinformazione ha preferito manipolare la vicenda per immolare una madre sull’altare dell’antirazzismo e del politicamente corretto, senza se e senza ma, spostando ancora una volta l’attenzione da una legittima domanda e riflessione dei genitori sul tema della sicurezza e della sana crescita dei propri figli alla solita questione inerente l’immigrato da integrare a tutti i costi. Ormai sappiamo purtroppo quali sono le priorità per questo Stato.

Francesco Amato

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Dino Rossi 25 Luglio 2016 - 1:01

Oltre che giusto era doveroso da parte della madre, informarsi ed essre informata dalla gestione del centro, di quale sia la qualifica le mansioni ed a quale titolo “la Risorsa” si sarebbe occupata dei bimbi. Di sicuro brava/e persone, ma preima di affidare mio figlio ad un estraneo voglio sapere vita morte e miracoli e comunque sono liberissimo se la cosa non mi convince di non affidare mio figlio al centro quando “la risorsa” è in servizio,perchè fidarsi di loro sarà bene ma non fidarsi è sicuramente meglio. Così semplicemente…

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Giuliano 25 Luglio 2016 - 4:33

La mamma ha fatto benissimo

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