“Possiamo contribuire a cambiare la zona, non essere certi di risolvere. Nessuno di noi pensa realmente di avere la soluzione in tasca. C’è però un impegno costante per almeno ridurre il danno”, ha proseguito Malagoli, riferendosi sempre ad una Piazza Verdi diventata terra di nessuno nonostante la sua centralità: su di essa si affaccia infatti il Teatro Comunale, mentre a pochi passi sorge il nucleo storico dell’Alma Mater e piazza Maggiore è a meno di dieci minuti di strada.
Ciò che più sorprende – al di là della denuncia di un degrado del quale siamo ormai abituati a sentir parlare nella cronaca quotidiana delle città italiane – è che l’affermazione arrivi da un assessore eletto in quota Sinistra Ecologia e Libertà e membro dell’Anpi. Dello stesso ambiente, cioé, attorno al quale gravitano quei centri sociali che di Piazza Verdi hanno fatto una zona franca. Già nel 2013 la Polizia, intervenuta per sgomberare un’assemblea illegale, ne fu cacciata, da cui la ridenominazione “Piazza Verdi liberata”. Copione simile pochi mesi fa, con gli scontri contro l’installazione dei tornelli alla biblioteca dell’adiacente facoltà di lettere. Per non parlare di quando – era il maggio 2016 – Salvini annunciò di voler chiudere proprio qui la campagna elettorale per Lucia Borgonzoni candidata a Palazzo D’Accursio. Risultato? Piazza occupata, con il tacito benestare della politica cittadini. Malagoli compreso: l’assessore piange miseria, ma se la piazza è diventata quella che è, più che con Cosa Nostra gli accostamenti dovrebbe farli con i suoi stessi ‘compagni’.
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Perché non portare L’IVA sui liquori al 25%? Sarebbe 1 ottimo deterrente