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Addio al murale partigiano. “E’ abusivo e distrae gli automobilisti”

by Alessandro Della Guglia
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Roma, 21 mag – Via il murale partigiano sul fronte della casa colonica di Villa Sesso (nel Reggiano), già comitato provinciale dei Gap e ora nient’altro che un rudere. A breve dovrà essere cancellato. Come mai? Perché è troppo visibile dalle carreggiate dell’autostrada A1 e quindi rischia seriamente di distrarre gli automobilisti. In particolare chi si ritrova a guidare in direzione Bologna, magari a velocità sostenuta (pur rispettando i limiti, si intende). Così entro 10 giorni il murale dovrà scomparire, altrimenti la polizia stradale provvederà a multare chi ha pensato bene di realizzarlo senza alcun permesso.

Quel murale partigiano è “illegittimo, abusivo e distrae gli automobilisti”

La decisione è stata presa da Autostrade, l’ente gestore che rivolgendosi direttamente all’Istituto della Resistenza ha spiegato che il murale “per forma, dimensione, contenuto e posizione distrae gli automobilisti”. Nella lettera scritta lo scorso 22 aprile, Autostrade spiega quindi che il murale è pericoloso. Missiva seguita da un’altra più categorica. Si specifica che è prevista pure una sanzione fino a 19mila euro.

Ai sensi dell’articolo 23 del Codice della strada è fatto divieto di collocare lungo la sede autostradale insegne, cartelli, manifesti ed impianti di pubblicità che possano ingenerare confusione, arrecare disturbo e soprattutto distrarre l’attenzione, con conseguente pericolo per la sicurezza”. Quella rappresentazione pittorica “partigiana” non risulta insomma conforme al Codice della strada.

Oltretutto, se si dovesse verificare un incidente, a risponderne sarebbe proprio Autostrade. Di conseguenza l’ente gestore ribadisce: “Richiamando interamente il contenuto della mail inviata il 22 aprile nella quale si contestava che il murale citato visibile dal tracciato autostradale, per sua natura, forma, dimensione, contenuto e posizione era fonte di grave pericolo per la sicurezza della circolazione, nonché sprovvisto di autorizzazione (…) risulta ancora oggi irregolare, abusivo e illegittimo”.

Alessandro Della Guglia

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