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Aggressione rom in una scuola elementare: entrano e minacciano i bimbi

by Cristina Gauri
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rom scuola

Padova, 3 ott – Che i nomadi rom non siano tradizionalmente difensori dei diritti dei bambini, lo si può evincere facilmente osservando le migliaia di minori di quell’etnia che si aggirano nelle nostre città: mandati a mendicare e rubare sui mezzi pubblici, sporchi, vestiti di cenci. La musica non cambia nemmeno coi bimbi altrui, a quanto pare: è di ieri la notizia di una vera e propria spedizione punitiva di due rom avvenuta all’interno di una scuola a San Giorgio Bosco, in provincia di Padova.

Spedizione punitiva

Secondo quanto riportato da Il Gazzettino, due nomadi hanno fatto irruzione nell’istituto elementare Dante Alighieri, durante la ricreazione, insultando e minacciando alcuni bambini, colpevoli, a loro dire, di avere fatto cadere il loro nipotino con uno spintone. Chissà come si saranno sentiti “grossi” quest’uomo di 40 anni e la consorte di 25, a minacciare dei bimbi di neanche dieci anni. I due, nati a Schio, nel Vicentino, e residenti in un campo nomadi a Cittadella, non paghi di avere spaventato i piccoli, si sono scagliati anche contro gli insegnanti, che hanno subito contattato i carabinieri. I due aggressori sono stati denunciati  per minacce. «Un fatto molto grave», ha commentato Alessandra Milazzo, preside dell’istituto. Stando a quanto ricostruito oggi dai carabinieri intervenuti sul posto, l’uomo avrebbe assistito a un litigio tra il nipotino e un compagno di classe, avvenuto nel cortile della scuola durante la ricreazione, e da lì sarebbe scattata la “spedizione”. La sorella del 40enne, mamma del bambino a cui lo zio stava portando la merenda, si sarebbe scusata con la scuola.

Il commento della Donazzan

«Siamo di fronte ad una vera e propria spedizione punitiva da parte di una famiglia Rom per difendere un loro caro – afferma l’assessore veneto all’istruzione Elena Donazzan – situazioni come queste rappresentano un grave precedente, una minaccia che va condannata con fermezza per prevenirne strascichi o reiterazioni». Secondo la Donazzan «i minori a difesa dei quali è scattata questa ritorsione meriterebbero di venir allontanati dalla famiglia, dimostratasi violenta e diseducativa. Come già ebbi a dire, se degli italiani si comportassero così per un proprio figlio o nipote, probabilmente un assistente sociale interverrebbe subito e con decisione».

Cristina Gauri

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