Roma, 17 ago – Ormai è lampante a tutti, anche a chi cerca disperatamente di negarlo, che in Italia è allarme criminalità straniera. Un terzo dei reati sono commessi da immigrati che rappresentano l’8,5 per cento della popolazione residente in Italia. Alla delinquenza degli adulti stranieri, si è aggiunta pure quella delle cosiddette baby gang multietniche. Si è parlato molto, quasi ai limiti dello sciacallaggio mediatico e politico, dell’omicidio di Alika Ogorchukwu, l’ambulante nigeriano ucciso a Civitanova Marche da Filippo Ferlazzo. Solo due parole, nelle cronache locali, sono state riservate all’assassinio di un commerciante cinese, ammazzato a colpi di martello dal nigeriano Robert Omo a Monteforte Irpino. Si è poi scoperto che l’assassino era stato espulso da Malta per aver abusato sessualmente di una cavalla in una fattoria a Gozo. Sebbene siano avvenuti lo stesso giorno, lo spazio mediatico e politico riservato ai due omicidi è stato clamorosamente diverso. È passata ormai la moda di “Abbraccia un cinese” e dell’allarme sinofobia.
Qualche giorno dopo, Alessandra Verni, madre della giovane Pamela Mastropietro (uccisa e fatta a pezzi dal nigeriano Innocent Oseghale), ha pubblicato su Facebook un duro sfogo per evidenziare l’infame doppiopesismo istituzionale, politico e mediatico.
Omicidi, tentati omicidi, risse e aggressioni
Agosto si apre con una rissa tra immigrati a Favara, in Sicilia. Un ghanese ha accoltellato al collo un marocchino. Lo stesso giorno, sempre in Sicilia, un agrigentino accorre per difendere la nipotina dalle pesanti molestie di un extracomunitario e finisce accoltellato. Ci spostiamo nella rossa toscana. Il primo agosto, a Pisa, l’ennesima maxi rissa tra bande di stranieri si è scatenata davanti alla stazione. Tra i fermati, figurava anche un nordafricano già arrestato, nello stesso identico luogo, il 10 febbraio 2020 ed il 9 ottobre 2021, per spaccio di stupefacenti. Lo straniero era stato anche denunciato per occupazione abusiva di edifici il 31 marzo 2022 ed il 12 luglio 2022.
A Napoli, nella degradata piazza davanti alla stazione, il primo agosto, è esplosa una rissa tra africani, con sedie e tavolini di un bar trasformati in armi. In un secondo momento, lo scontro è diventato una guerriglia a causa dell’intervento di altri immigrati. Tutto ciò è avvenuto davanti a spaventati turisti che sedevano negli altri bar della piazza, poi datesi alla fuga.
Il 2 agosto, su TikTok, un gruppo di immigrati tunisini e somali ha pubblicato un video in cui fa sfoggio delle armi in dotazione, coltelli e mazze. Il filmato è stato girato in una piazza di Firenze.
Il 4 agosto, la cronaca dei reati degli immigrati ci porta davanti alla stazione Centrale di Milano, dove un autista Ncc e i suoi sette clienti sono stati aggrediti da tre africani, i quali volevano aprire il vano bagagli del van per rubarne il contenuto. A quattro giorni di distanza l’una dall’altra, ci sono state due sparatorie a Jesolo e a Pescara. Telegiornali e quotidiani hanno però dedicato uno spazio assai diverso a queste due vicende, “premiando” quella abruzzese dove il killer era un italiano. A Jesolo, invece, sparatore e vittima erano due immigrati, probabilmente spacciatori di droga. Uno dei due stranieri è pure entrato tranquillamente in un negozio della città con la pistola ben in vista.
Le cronache dal fronte dell’emergenza criminalità d’importazione ci portano a Monastir, comune della Sardegna che ospita un centro di accoglienza straordinaria per immigrati. Trenta o quaranta “migranti” hanno assaltato un supermercato di un paese vicino, facendo razzia di cibo e alcolici. Le violenze intorno al centro accoglienza di Monastir si ripetono da anni.
Il 2 agosto, a Cremona, un immigrato nigeriano senza fissa dimora, disoccupato e con precedenti di polizia, ha bloccato il traffico davanti alla stazione, rovesciando cassonetti e colpendo con calci e pugni le auto che si fermavano. Bloccato dalle Forze dell’ordine, è stato poi subito rimesso in libertà. Solo cinque giorni dopo, il 7 agosto, l’africano ha replicato la medesima scena. Fermato nuovamente dai carabinieri, per il nigeriano è scattata la denuncia per blocco stradale che si aggiunge a quella di resistenza a pubblico ufficiale formalizzata il 2 agosto.
Il 6 agosto, a Sabaudia, un bambino di 12 anni è stato avvicinato da un 29enne magrebino che, provando a immobilizzarlo, voleva baciarlo e abusare di lui. Il bambino è poi riuscito a divincolarsi e a chiamare aiuto, facendo intervenire i carabinieri che hanno arrestato l’uomo. Sempre il 6 agosto, nella Chinatown di Prato, un nigeriano, già pregiudicato e con l’obbligo di firma, ha preso a bastonate sulla testa un uomo di nazionalità cinese durante un tentativo di rapina. Mentre tentava di dileguarsi, è stato braccato da alcuni connazionali della vittima e poi arrestato dalle Forze dell’ordine. Il 7 agosto, si viene a conoscenza che i ladri stranieri sono diventati ecologisti. Un marocchino, dopo aver rapinato una coppia, minacciandola con un coltello, davanti alla stazione Centrale di Milano, è scappato a bordo del monopattino rubato. È servito lo spray urticante alle Forze dell’ordine per fermare il malvivente che, nel frattempo, aveva ferito una vigilessa nel tentativo di fuga. Sempre il 7 agosto, a Perugia, un uomo è stato aggredito da cinque persone dopo aver chiesto loro di spostare la macchina che stava ostruendo l’uscita del parcheggio. Le Forze dell’ordine hanno poi identificato uno degli aggressori, uno straniero di 23 anni che dovrà adesso rispondere di lesioni aggravate e danneggiamento. L’8 agosto, davanti al suo negozio a Pisa, il barbiere marocchino Halim Hamza è stato ucciso dal tunisino Mourad Talb, già arrestato 10 volte e destinatario di diversi decreti di espulsione. La stessa sinistra, così amorevole nei confronti della famiglia di Alika Ogorchukwu, non ha battuto ciglio per la moglie e per i due figli piccoli di Halim Hamza. Pochi giorni prima, sempre in Toscana, un uomo è stato aggredito violentemente e rapinato da un extracomunitario, mentre portava a spasso il cane nell’ormai degradato parco delle Cascine di Firenze. Il 9 agosto, il sangue torna a scorrere a Civitanova Marche, nell’indifferenza mediatica e politica. Sul lungomare, una rissa scoppiata tra stranieri finisce con l’accoltellamento a morte di un tunisino. Aggressore, Saidi Haithem, e vittima, Rached Amri, erano entrambi clandestini. Il primo, dopo l’omicidio, si era nascosto all’interno di un sottoscala di una palazzina di Porto Sant’Elpidio, dove vive un suo parente, costretto agli arresti domiciliari. Sempre il 9 agosto, il piccolo Mohanad, 11enne egiziano, è stato investito e ucciso da un “italiano di origini marocchine”, scappato perché privo di patente e sotto l’effetto di droghe. Il pirata della strada aveva già precedenti per spaccio, maltrattamenti, porto abusivo d’armi, spaccio di stupefacenti, minaccia e resistenza a pubblico ufficiale.
A Bolzano, il 10 agosto, un immigrato africano ha aggredito con una mannaia due coppie di turisti italiani con un bambino di soli 2 anni. Nei giorni antecedenti a tale aggressione, l’africano era stato più volte fermato dalle volanti per vari episodi di inciviltà e pericolosità. Sempre il 10 agosto, a Rozzano, è scattata una maxi rissa tra cinque stranieri, dove è spuntata pure una katana. La violenza sarebbe scattata per futili motivi, un diverbio stradale per una mancata precedenza. Nella medesima giornata, davanti alla stazione Centrale di Palermo, un clandestino nigeriano ha dato in escandescenze seminando il terrore tra la gente e ferendo cinque persone, tra cui alcuni bambini. L’11 agosto, un malvivente gambiano di 21 anni, già noto alle Forze dell’ordine, è stato arrestato dopo aver rapinato con un coltello un uomo a Firenze. Sempre l’11 agosto, nei pressi della stazione Centrale di Milano, due ragazzi senegalesi sono stati feriti nel tentativo di bloccare un marocchino che aveva appena derubato un turista americano, colpendolo con un pugno. Dopo una lunga indagine sull’omicidio di Leonardo Muratovic, il 25enne di Aprilia ucciso il 17 luglio scorso ad Anzio, le Forze dell’ordine hanno arrestato un terzo uomo, un 27enne tunisino (nato a Aprilia), con precedenti per lesioni personali e violazione della legge sugli stupefacenti. Precedentemente, erano stati arrestati i fratelli magrebini (nati ad Aprilia) Adam Ed Drissi, 21enne con precedenti per tentato omicidio, ricettazione e detenzione e detenzione illegale di armi da fuoco, e Ahmed Ed Drissi, 26enne con precedenti per porto di oggetti atti a offendere.
Il 12 agosto, dopo aver tirato il freno di emergenza di un treno ad alta velocità nei pressi di Lodi e essere sceso dal convoglio, un egiziano ha iniziato a lanciare pietre contro le auto che passavano sulla A1. L’immigrato è stato poi fermato dalle Forze dell’ordine che hanno dovuto usare un taser. “Siamo miracolati. Non li lanciava a caso ma prendeva la mira, portava il braccio indietro e, prima di scagliarli, saltava pure, così da provocare un danno maggiore. Cose del genere non devono poter accadere”, ha raccontato la deputata leghista Claudia Gobbato, rimasta anche lei ferita mentre viaggiava in auto con il marito e i figli.
Il 15 agosto, ennesimo episodio di violenza d’importazione a Pisa, davanti alla stazione ferroviaria. Un uomo, probabilmente di nazionalità dell’est Europa, ha accoltellato all’addome un cittadino tunisino e poi è si è dileguato. Sembra che il motivo del diverbio fosse un debito che il primo vantava sul secondo. Sempre il 15 agosto, a Pisa, le Forze dell’ordine sono riuscite ad arrestare un 19enne tunisino, pregiudicato e irregolare sul territorio, responsabile del tentato accoltellamento di un dipendente del Bar Galleria, in viale Gramsci, la sera del 27 luglio scorso.
Donne violentate, sequestrate e aggredite, ma ignorate dal femminismo tossico
Il 3 agosto, debordava dalla pagine dei quotidiani la notizia della ragazza nigeriana picchiata dal datore di lavoro a Soverato perché aveva chiesto di essere pagata. Un fatto simile era successo il 30 giugno scorso e aveva riguardato una donna italiana. In questo caso, nessun titolone è stato pubblicato sulle prime pagine dei quotidiani.
Attirata in una trappola da un marocchino in un casolare abbandonato nel veronese, una donna è riuscita a fuggire dopo 10 giorni di violenze. L’incubo è terminato il 5 agosto. Mohammed Mobsit, già noto alle Forze dell’ordine, è poi stato arrestato e ora è accusato dei reati di sequestro di persona, lesioni e rapina. Il 10 agosto, a Desio, è stato arrestato un nigeriano che aveva molestato diverse ragazzine di fronte a una struttura sportiva. L’immigrato era già segnalato per reati, furti, resistenza a Pubblico Ufficiale e con un divieto di dimora sul territorio provinciale. Dopo poche ore dall’arresto, il nigeriano è stato rimesso in libertà. Sempre il 10 agosto, un afgano ha palpeggiato due minorenni sulla spiaggia di Ostia. “Non si tratta di un soggetto pericoloso”, con questa motivazione del giudice, l’immigrato è tornato in libertà, dopo aver trascorso una sola notte in carcere. Nella medesima giornata, a Pisa, una turista tedesca è stata stuprata da un soggetto “con carnagione scura” sotto la minaccia di un coltello. La violenza è avvenuta davanti al portone della casa dove era ospite la ragazza, nel pieno centro della città toscana. L’11 agosto, un 29enne originario della Nigeria, con permesso di soggiorno rilasciato per motivi umanitari, è stato arrestato dopo aver aggredito due agenti della polizia locale di Perugia, mandandole in ospedale. L’africano non avrebbe gradito l’invito delle vigilesse a tornare più tardi per sbrigare le pratiche amministrative richieste. Il 13 agosto, è stata notificata un’ordinanza cautelare per stalking a un marocchino di 30 anni che, da tempo, perseguitava una ragazzina 15enne. L’immigrato, già detenuto in carcere per una violenta rapina, aveva fatto irruzione nella scuola della minore, aveva minacciato di morte lei e i suoi familiari, e aveva aggredito il fratello 19enne della vittima.
Media e sinistra censurano l’allarme criminalità straniera
“Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri”, scriveva George Orwell ne “La fattoria degli animali”. Questa citazione descrive perfettamente ciò che succede in Italia: quando la vittima è uno straniero e il carnefice è un italiano, la notizia troverà spazio per giorni sui quotidiani, anche in prima pagina, e verrà usata dalla sinistra per gridare al razzismo degli italiani. Viceversa, quando la vittima è un italiano (o uno straniero del colore sbagliato) e il carnefice è straniero, la notizia verrà ostinatamente censurata dai media allineati e la sinistra si girerà dall’altra parte. La narrazione sulla bomba sociale causata da un’immigrazione clandestina mai gestita, rappresentata quasi esclusivamente da uomini dai 20 ai 30 anni, è completamente falsata. Politica, istituzioni e giustizia continuano a ignorare consapevolmente ciò che sta succedendo nelle città italiane, ormai preda di bande di stranieri che agiscono nella completa immunità finché non ci scappa un morto. E non valgono nemmeno gli esempi dei Paesi europei con una più lunga storia di immigrazione, come Francia, Regno Unito e Svezia. In nome del politicamente corretto e dell’utopia della società multietnica, quante donne dovranno ancora essere violentate? Quanti italiani dovranno ancora essere ammazzati? Quanti minori dovranno ancora essere molestati?
Francesca Totolo
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