Sono molti infatti i casi di furti in abitazioni ed attività commerciali secondo molti imputabili al campo stesso, usato come vera e propria base operativa per questo tipo di attività; Secondo i piani della multinazionale, che si propone come salvatrice della patria facendo leva su una problematica molto sentita dai cittadini locali, la sua attuale sede di Viale Kennedy verrebbe chiusa per riaprire proprio nell’area poco distante dove ora risiedono circa 500 nomadi.
Fin qui tutto bene: se non fosse che nella proposta ci sarebbe la prospettiva di dare in affidamento 100 alloggi agli eventuali sfrattati. La proposta è stata attualmente presa in considerazione con “cautela” da Erica Battaglia, presidente delle commissioni politiche sociali, che afferma “il problema della casa riguarda diverse categorie e non solo i rom. Siamo interessati a un progetto di valorizzazione che dia la possibilità di costruire alloggi da assegnare però secondo criteri stabiliti e senza distinzione tra italiani e stranieri tenendo conto delle difficoltà di tutti”
L’epilogo della storia è incerto e la prospettiva sopracitata per ora rimane solo una stramba idea della multinazionale francese: tanto stramba quanto strambo è che una delle poche proposte davanti ad un problema così sentito non provenga dal comune o dalla provincia ma da un soggetto “aziendale” totalmente esterno alle istituzioni; mentre tutte le scorse amministrazioni, di destra o di sinistra che fossero, non sono mai state in grado di dare una risposta concreta al tema
Alessandro Bizzarri