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Arrestato a Roma il “boss” bengalese dei permessi di soggiorno falsi

by Ilaria Paoletti
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Bengalese

Roma, 20 lug – Un bel business (o meglio una maxi truffa) quella messa su da un bengalese di 42 anni, a capo di un’attività specializzata nella contraffazione di documenti per consentire ai cittadini stranieri di ottenere il permesso di soggiorno “regolare”.

Il “boss” bengalese della maxi truffa

Il bengalese è stato rintracciato e denunciato dalla Polizia di Roma Capitale, I Gruppo Centro (ex Prati), a seguito di una lunga indagine sul falso documentale coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma.  Nei suoi confronti pendono le accuse di dal falso materiale alla truffa. Altre due persone sono state denunciate per concorso nei reati contestati.

Permessi di soggiorno falsi 

L’intraprendente bengalese, attraverso alcune agenzie di servizi e consulenza che gestiva,  rilasciava documenti e contratti di affitto falsi a cittadini di numerose nazionalità. In questo modo riusciva a fargli ottenere “regolari” permessi di soggiorno, fondati su residenze anagrafiche fittizie (cosa che rendeva i beneficiari della truffa del tutto irreperibili).

La denuncia di una dipendente dell’Anagrafe

Qualcosa è emerso di “sospetto” tanto che le indagini sono scattate nel mese di marzo a seguito della segnalazione di un’impiegata dell’anagrafe del I Municipio. Alcuni cittadini di nazionalità irachena avevano richiesto un cambio residenza, e la donna si è accorta di alcune anomalie sui loro documenti.

Famiglie italiane “perdono” la residenza

Addirittura, in uno dei casi scoperti dalle forze dell’ordine, alcuni cittadini stranieri risultavano residenti in un appartamento nel quartiere Prati: ma i legittimi intestatari ne erano completamente ignari. Anzi: gli era stata perfino cancellata la residenza anagrafica in modo fraudolento. Un altro metodo truffaldino trovato dal bengalese era quello che riguarda la falsificazione di contratti di locazione. I proprietari di immobili, con regolari inquilini, si vedevano inserite delle clausole che permettevano il subentro di altri individui. Tutto a loro insaputa. Ad adesso, sono oltre una cinquantina i cittadini stranieri, alcuni già denunciati, che sono stati individuati tra coloro che si sono avvalsi dei servizi offerti dal 42enne. Il numero però è destinato a salire.

Ilaria Paoletti

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