Milano, 20 lug — Se uno studente fuori sede della Statale di Milano e cerchi un alloggio? Se non sei vaccinato niente bando per l’assegnazione di un posto letto universitario.

Lo ha deciso il rettorato dell’Università degli Studi del capoluogo lombardo, che ha inserito tra i requisiti minimi del bando anche «essere in possesso della certificazione di avvenuta vaccinazione Covid-19». Niente Green pass, niente posto letto agevolato. Insomma: nella corsa selvaggia verso la vaccinazione di massa, il rettorato dell’ateneo ha deciso di offrire il proprio democratico contributo. La Statale si porta quindi avanti rispetto alle decisioni del governo sull’obbligatorietà del Green pass e dispone misure da apartheid contro chi rifiuta di farsi inoculare il siero: senza vaccino l’alloggio lo vedi in cartolina. 

Alla Statale niente alloggio agevolato senza vaccino

Sono 615 i posti alloggio offerti dall’Università degli Studi di Milano per gli studenti fuori sede, ubicati presso le residenze e gli appartamenti dell’ateneo. Alloggi che, per altro, sono tutti singoli, avendo soppresso le camere doppie causa misure anti-Covid. I posti sono assegnati tramite bando di concorso agli studenti con determinati requisiti di merito e reddito.

I requisiti

Gli studenti che riescono a comparire nella graduatoria finale di assegnazione degli alloggi, hanno diritto ad abitare in una residenza per un costo annuo complessivo di 2.750 euro e possono rinnovare la richiesta di assegnazione per gli anni di corso successivi «sempre a condizione di rispondere ai requisiti richiesti e se in regola con il pagamento della retta». I posti rimasti vuoti dopo la prima assegnazione vengono affittati alla tariffa intera, non agevolata, di 3.850 euro annui a tutti coloro che, «pur avendo requisiti di merito, non rispondono ai requisiti di reddito richiesti dal diritto allo studio».

E proprio quest’anno spunta, tra i vari requisiti, quello della doppia vaccinazione contro il Covid-19. Ma il rettorato della Statale è magnanimo: nonostante le domande per tentare la scalata alla graduatoria debbano essere presentate entro settembre, l’Università «dà tempo fino al 31 dicembre per l’acquisizione della certificazione vaccinale».

Cristina Gauri

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Classe 1977, nata nella città dei Mille e cresciuta ai piedi della Val Brembana, dell’identità orobica ha preso il meglio e il peggio. Ex musicista elettronica, ha passato metà della sua vita a fare cazzate negli ambienti malsani delle sottoculture, vera scuola di vita da cui è uscita con la consapevolezza che guarire dall’egemonia culturale della sinistra, soprattutto in ambito giovanile, è un dovere morale, e non cessa mai di ricordarlo quando scrive. Ha fatto uscire due dischi cacofonici e prima di diventare giornalista pubblicista è stata social media manager in tempi assai «pionieri» per un noto quotidiano sabaudo. Scrive di tutto quello che la fa arrabbiare, compresi i tic e le idiozie della sua stessa area politica.

2 Commenti

  1. Su quali basi? Quelle dell’ECDS inglese che registra 50 morti con doppia vaccinazione su 94 deceduti totali?
    O sulle parole del presidente israeliano che ha messo in dubbio la reale efficacia dei vaccini?
    Eppure sono i due stati più meritevoli in fatto di copertura vaccinale.
    Discriminazione immotivata e incostituzionale frutto di ignoranza ed informazione fuorviante.

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