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Attacco hacker alla Siae: rubati dati e chiesto riscatto in bitcoin

by Alessandro Della Guglia
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hacker Siae, attacco

Roma, 20 ott – La Siae ha subito un attacco hacker. Alla società italiana che gestisce i diritti degli autori del mondo della musica, dello spettacolo e della cultura, sono stati rubati circa 60 gigabyte di dati riservati, alcuni dei quali pubblicati sul dark web. Pare che tra il materiale sottratto vi siano anche documenti sensibili appartenenti a noti artisti.

Attacco hacker alla Siae: chiesto riscatto in bitcoin

Valutazioni sull’entità del danno effettivo subito dalla Siae sono in corso, quel che è certo è che i pirati informatici hanno chiesto un riscatto per pagare il quale la Regione dovrebbe comprare criptovalute in bitcoin, in cambio della non divulgazione dei dati scippati. Secondo gli esperti si tratta di un attacco ramsomware, un tipo particolare di malware che limita l’accesso ai dispositivi che infetta, per poi chiedere un riscatto (inglese ramsom) per rimuovere le limitazioni.

La Siae ha però fatto sapere che non ha alcuna intenzione di pagare il riscatto. Intanto sull’accaduto indaga la Polizia Postale, informata – insieme al Garante della Privacy – dell’attacco in questione

Gli altri attacchi alla Siae

Già due settimane fa la stessa società era stato oggetto di un tentato phishing, un tipo di truffa informatica con cui i truffatori ingannano gli utenti persuadendoli a fornire informazioni personali. In quell’occasione la società, sui propri canali social, aveva avvertito utenti e iscritti dei tentativi di truffa nei loro confronti. Nel 2018, sempre la Siae fu bersagliata dagli hacker. Da allora ha aggiornato i propri sistemi di sicurezza, ma evidentemente l’operazione non è stata sufficiente ad evitare altri attacchi.

L’attacco hacker alla Regione Lazio

Lo scorso agosto a subire un attacco hacker, con malware Emotet inoculato, era stato il Centro elaborazione dati (Ced) della Regione Lazio. L’intera attività della Regione venne temporaneamente bloccata, compresi gli appalti pubblici, i green pass, la prenotazione dei vaccini e il rilascio dei documenti. Questo genere di attacchi informatici, anche contro enti pubblici, è dunque sempre più frequente e allarmante.

Alessandro Della Guglia

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3 comments

Prof. Massimo Sconvolto 20 Ottobre 2021 - 5:15

Dei coglioni.

Rischiano la galera per aria fritta?
https://www.paymentscardsandmobile.com/sec-report-reveals-95-of-bitcoin-trading-volume-is-fake/

Bitcoin è l’estremo disperato tentativo fallito
https://www.fool.ca/2020/12/23/bitcoin-will-never-replace-gold/

della #FED
https://massimosconvolto.wordpress.com/2017/05/10/farts-standard/

per evitare il necessario ritorno del gold standard
https://www.sott.net/article/320998-Greenspan-warns-an-American-crisis-is-imminent-urges-a-return-to-the-gold-standard

che per gli #USA è impossibile essendo senza un grammo d’oro dal 1934
http://www.youtube.com/watch?v=8F-20RzjBQ4

Lo sa addirittura anche #Marione che il #Bitcoin non vale niente
https://www.corriere.it/economia/18_febbraio_05/draghi-conferma-le-criptovalute-sono-asset-ad-alto-rischio-dd8c51dc-0aa5-11e8-aeb9-f008c9e7034a.shtml

Abbiamo già detto tutto.

Certi attacchi cracker (chi entra in sistemi altrui per fare danni si chiama cracker non hacker) sembrano fatti apposta per convincere polli a dare soldi veri per aria fritta.

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Il buio oltre il web, un viaggio nel lato oscuro della Rete - 26 Ottobre 2021 - 7:17

[…] poteva mancare quello della sicurezza informatica. E’ di pochi giorni fa la notizia riguardante 60 gb di dati riservati rubati alla SIAE da hacker, per i quali è stato richiesto un cospicuo riscatto in Bitcoin. La notizia segue quella […]

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Il buio oltre il web, un viaggio nel lato oscuro della Rete | NUTesla | The Informant 26 Ottobre 2021 - 3:11

[…] poteva mancare quello della sicurezza informatica. E’ di pochi giorni fa la notizia riguardante 60 gb di dati riservati rubati alla SIAE da hacker, per i quali è stato richiesto un cospicuo riscatto in Bitcoin. La notizia segue quella […]

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