Roma. 25 luglio – Altri 60 milioni di euro di rifinanziamento a Mare Nostrum, nonostante il ministro della Difesa Roberta Pinotti avesse dichiarato a più riprese come si trattasse di un’operazione a termine e quindi, in teoria, temporanea. Ma sappiamo fin troppo bene purtroppo, che con le teorie di Palazzo Chigi, l’Italia sta sprofondando.
Per i contribuenti italiani si prospettano dunque altri aumenti. Al Consiglio dei Ministri è slittato l’esame del decreto legislativo con il riordino della tassazione sui tabacchi, dovuta all’assenza del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Tra gli aumenti in arrivo, sono previsti, ad agosto, circa due centesimi a pacchetto di sigarette. Poco, direte voi, ma dall’inizio del 2015, i rincari per i fumatori raggiungeranno i 20 centesimi. Il fumo nuoce gravemente alla salute ed indubbiamente anche alle nostre tasche; ma se andiamo a vedere quanto l’operazione Mare Nostrum costa al nostro portafoglio, non c’è libro di Allen Carr, Vigorsol o sigaretta elettronica che tenga; viene davvero voglia di divorziare dalla compagna nicotina.
Peraltro già nel 2011 i contribuenti italiani spendevano 450mila euro annui per le sigarette regalate agli immigrati sbarcati a Lampedusa. Ora, e come si sa il diavolo è nei dettagli, aumenterà quindi anche quella spesa.
Ammonta a più di 86 milioni, in ogni caso, il tributo pagato finora dagli italiani tramite aumenti fiscali come quelli più recenti, su casa, rendite finanziarie e sui tabacchi, appunto. Durante il question time alla Camera, il ministro Pinotti ha spiegato che l’operazione costa mediamente 9,3 milioni di euro al mese, di cui 7 per il funzionamento e la manutenzione dei mezzi e i rimanenti per gli oneri relativi all’indennità del personale impegnato. «Una cifra sostenuta finora solo dal ministero della Difesa, ma ora non è più sostenibile da questo solo dicastero». Senza ovviamente calcolare i costi per l’accoglienza agli immigrati e i guadagni per le associazioni caritatevoli. La Pinotti annuncia quindi un nuovo finanziamento per la Difesa di 60 milioni di euro per continuare a dispiegare il «dispositivo navale» che vede impegnati circa 900 militari, una nave anfibia, due fregate, due pattugliatori, più velivoli e sistemi radar della Marina.
Il tutto dovrebbe servire per proteggere le vittime dei trafficanti e fare da guardie di confine anche per gli altri paesi europei; se non fosse però, che dall’inizio dell’operazione si sono verificate un susseguirsi di tragedie, 800 morti dall’inizio di quest’anno (260 morti solo negli ultimi dieci giorni!), 600 nel 2013 e 500 nel 2012, mentre la polizia austriaca al confine del Brennero continua a bloccare e rimandare indietro gli immigrati che desidererebbero ricongiungersi con i propri famigliari in nord-Europa. Per non parlare delle centinaia di migliaia di rifugiati nei campi profughi oltre il Mediterraneo, che attendono di imbarcarsi verso l’Europa e nello specifico, ovviamente, verso l’Italia. E lo stivale, supino ai comandamenti di Bruxelles, non può fare altro che accoglierli.
Andrea Bonazza
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