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Bergoglio e l’assist al Black lives matter: udienza ai giocatori Nba per parlare di “giustizia sociale”

by Cristina Gauri
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Roma, 23 nov –  Papa Francesco ha ricevuto oggi in Vaticano una delegazione della National Basketball Players Association, il sindacato che rappresenta i giocatori Nba. Tema affrontato nell’udienza privata: la giustizia sociale, il privilegio bianco – se non vi fa abbastanza sorridere l’immagine di sportivi afroamericani dai cachet milionari che si lamentano del “privilegio bianco” con il Santo Padre – il Black lives matter, tutti argomenti al centro di una infuocata campagna mediatica sfociata nella sospensione di due giornate della stagione sportiva.  

La delegazione

Nel gruppo di atleti che è stato ricevuto in Vaticano c’erano Sterling Brown, Kyle Korver, Jonathan Isaac, Anthony Tolliver e l’italiano Marco Bellinelli. Con loro i dirigenti Nbpa Michele Roberts, Sherrie Deans e Matteo Zuretti. La delegazione in visita da Bergoglio ha presentato le iniziative, in merito alla giustizia sociale e alla diseguaglianza economica, portate avanti da Nba in seno a quel bellissimo movimento – assolutamente non divisivo e promotore di pace sociale, come vediamo da mesi –  che è il Black lives matter.

I giocatori Nba gongolano

Giubilo dalla delegazione Nba per l’assist del Santo Padre: “Siamo estremamente orgogliosi di avere avuto questa opportunità di venire in Vaticano e condividere le nostre esperienze con Papa Francesco – ha dichiarato Korver – La sua apertura e il suo entusiasmo nel discutere questi temi sono stati motivo d’ispirazione e ci hanno ricordato che il nostro lavoro ha un impatto globale e deve essere portato avanti”. “Un’esperienza incredibile – ha aggiunto Tolliver – Col sostegno e la benedizione del Papa guardiamo alla prossima stagione con ancora più forza per continuare a spingere per il cambiamento”.

“La missione dell’Nbpa – si spiega una nota – è proteggere e sostenere i diritti e i talenti dei giocatori, amplificare il potere della loro volontà collettiva e amplificare le loro voci come leader che trascenderanno lo sport e la società a livello globale”. Dopo la morte di George Floyd, spiega la Nba “alla fine di maggio, i giocatori si sono mobilitati per sensibilizzare sulla piaga della cattiva condotta della polizia a livello nazionale nelle comunità di colore e hanno lavorato per far luce su questioni più ampie di disuguaglianza”.

Un connubio perfetto

Abbiamo da un lato, quindi, il solito cliché di ricchi sfondati che cercano di dare un senso alla propria vita pontificando di giustizia sociale. E dall’altro, un Pontefice che ha riposto la Verità nell’armadio sotto naftalina, per dedicarsi interamente all’ideologia. Chissà se in udienza il Vicario di Cristo avrà stigmatizzato le violenze di certi manifestanti antirazzisti, i continui saccheggi, i vandalismi. Chissà se avrà qualcosa da ridire su personaggi come Shaun King (uno dei leader Black lives matter), che vorrebbe abbattere le statue di Gesù perché simbolo colonialista degli europei bianchi. Il bello è ancora tutto da vedere, insomma.

Cristina Gauri

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