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Licenziata per una foto del coniglietto Bing: “Razzista”. Ma ora un giudice le dà ragione

by Ilaria Paoletti
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Bing razzista

Londra, 6 lug – Una storia che ha dell’incredibile quella che arriva da  Bridgnorth in Gran Bretagna: una donna, dipendente di una catena di negozi di giocattoli, è stata licenziata dopo ben 28 anni di lavoro per aver pubblicato una foto del coniglietto Bing giudicato “razzista”.

Il piccolo Bing e “Black Lives Matter”

Che poi Marian Cunnington, 52 anni, pubblicò la foto di Bing con la didascalia: «Dovremmo davvero vendere questo giocattolo? Black Lives Matter». Era ovviamente un tentativo andato male di cancel culture che le si è rivoltato contro: la signora voleva stigmatizzare il fatto che il coniglietto riproducesse le fattezze di un uomo nero e pertanto era razzista e irrispettoso. La goffa manovra ieri è stata giudicata come tale da un giudice che ha stabilito un risarcimento per la perdita del posto di lavoro.

La bufera social e il licenziamento

La signora artefice del post su Bing si occupava di esporre e mettere i prezzi ai giocattoli della catena Salinsbury’s: proprio lo stesso giorno che ebbe l’improvvida idea di scrivere il commento sui social venne licenziata “per gravi colpe” il 2 luglio 2020. Quali fossero con precisione queste colpe, però, non si è capito bene e non l’ha compreso nemmeno il giudice che ha anzi stabilito che la dipendente è stata licenziata ingiustamente deliberando un risarcimento.

La causa vinta

Il giudice Richardson ha anche spiegato come “la sensibilità collettiva è vertiginosamente aumentata” dopo l’assassinio di George Floyd e con il rinascimento del movimento Black Lives Matter. Da par suo, la commessa ed ex fan di Bing dichiara al Mirror non essere assolutamente razzista e di aver “sempre lavorato bene”: “Avendo lavorato per un’azienda per così tanto tempo, è stato assurdo doversene andare così”. In fondo, lei voleva solo far notare che l’innocente coniglietto Bing sarebbe offensivo per i neri. Dopo essere stata investita dal “fuoco amico” Black Lives Matter, forse è meglio che riveda le sue posizioni.

Ilaria Paoletti

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