Home » Bologna, riders antifascisti assaltano la sede dell’Ugl. E il Pd tace

Bologna, riders antifascisti assaltano la sede dell’Ugl. E il Pd tace

by Alessandro Della Guglia
2 comments
Ugl, riders

Bologna, 22 set – “Sanzionata sede Ugl Bologna. Questa mattina abbiamo convocato un presidio di protesta di fronte alla sede di UGL a Bologna contro l’infame accordo siglato dalle piattaforme e da questo sedicente sindacato che gioca a rappresentare i nostri interessi”. Così il gruppo Riders Union Bologna ha rivendicato l’assalto di ieri alla sede del sindacato nel capoluogo emiliano. Un’intimidazione seguita dunque da una rivendicazione in pieno stile “antifascista”. Peccato che al momento non sia arrivata la ferma condanna da parte della grancassa mediatica e dei partiti di sinistra, sempre pronti a puntare il dito contro il presunto odio alimentato dalla destra. I “simpatici” riders in questione, hanno colpito indisturbati la sede dell’Ugl di Bologna, imbrattandola con scritte come: “Crumiri” e “Ugl merda”.

“Un atto gravissimo, il governo si dissoci”

“E’ stato un attacco vile e violento nei confronti dell’Ugl, per questo chiediamo che il Governo e le altre parti sociali si dissocino immediatamente da quanto accaduto”. E’ quanto si legge in una nota congiunta firmata da Vincenzo Abbrescia, segretario nazionale “Ugl Rider”, Luigi Ulgiati e Luca Malcotti, vicesegretari generali dell’Ugl e Tullia Bevilacqua, segretario regionale Ugl Emilia Romagna. “Riteniamo che sia un atto vandalico inaudito e ci aspettiamo solidarietà per quanto successo – dicono gli esponenti del sindacato – ribadiamo con forza che il ‘CCNL Rider’ è nato per offrire diritti e tutele ai lavoratori del settore che in quanto autonomi non godevano di alcuna tutela prima di questo accordo. Ora godono di diritti esigibili grazie all’intervento dell’Ugl”.
Ancora più dura la presa di posizione di Paolo Capone, segretario nazionale dell’Ugl: “L’attacco alla sede è un atto gravissimo di vandalismo e violenza politica, condotto da sedicenti rider verosimilmente appartenenti all’area dei centri sociali, più interessati alla violenza politica che ai diritti dei lavoratori”.

L’accordo contestato 

L’accordo siglato con Assodelivery, contestato dai “riders antifascisti” e dalle altre sigle sindacali (Cgil, Cisl e Uil), è in realtà una svolta molto importante sul fronte della tutela dei lavoratori. Lo abbiamo spiegato in un apposito pezzo due giorni fa:

Leggi Rider: grazie all’Ugl arriva il primo contratto collettivo.

Come fatto notare da Capone è un accordo importante perché “di fronte al nulla che c’era l’Ugl ha ascoltato le istanze dei rider, ha collaborato con le parti datoriali e ha creato un quadro di riferimento che prevede, rispetto al passato, diritti esigibili. I Rider sono e restano lavoratori autonomi ma con maggiori diritti e tutele”.

Alessandro Della Guglia

You may also like

2 comments

Micu G. 22 Settembre 2020 - 9:10

Mi spiace per quanto accaduto a Bologa,ma se si è rivoluzionari e amanti della verità non si può nascondere il processo in cui alcuni fatti maturano. P.N. e i suoi lettori sono sicuri che l’UGL abbia firmato un contratto con l’associazione Assodelivery (rappresentativa delle aziende/multinazionali) che sia in grado di tutelare i diritti dei lavoratori cosiddetti rider ? Mi pongo un primo interrogativo: “Contratto collettivo nazionale per la disciplina dell’attività di consegna di beni per conto altrui, svolta da lavoratori autonomi”. Inizia così il contratto. Definisce i lavoratori che consegnano a domicilio lavoratori autonomi, non dipendenti, eppure, a fine Gennaio 2020, una sentenza della Corte di Cassazione riconosceva il lavoro svolto dai rider come lavoro dipendente,subordinato,che deve essere coperto dalle conseguenti tutele. Secondo interrogativo: per gli accordi di questo contratto, la parte datoriale può licenziare il lavoratore in qualsiasi momento,sebbene con un preavviso di 30 giorni. E’ giusto, è equo ? Terzo interrogativo: Il contratto recita testualmente che le Parti concordano che al Rider sia riconosciuto un compenso minimo per una o più consegne, determinato sulla base del tempo stimato per l’effettuazione delle stesse. Tale compenso è equivalente 10,00 euro lordi l’ora. Nel caso in cui il tempo stimato dalla Piattaforma per le consegne risultasse inferiore ad un’ora l’importo dovuto verrà riparametrato proporzionalmente ai minuti stimati per le consegne effettuate”. In pratica se uno consegna in meno di un’ ora guadagna solo per il tempo impiegato ad eseguire la consegna. Quindi, rispetto a prima non cambia niente. Il lavoratore viene pagato come se lavorasse a cottimo, non con una salario su base oraria..Quarto interrogativo : se il lavoratore si ammala o la lavoratrice è in maternità,zero tutele. E’ giusto ?.
Quinto,e più sofferto interrogativo,: l’U.G.L. è stata ingenua oppure si è prestata al gioco delle
multinazionali ?

Micu G. dalla terra di ‘nduja

Reply
Micu G. 22 Settembre 2020 - 10:52

Se intendete pubblicarlo, il mio commento l’ho già inviato questa sera,circa 90 minuti addietro.

Micu G. dalla terra di ‘nduja

Reply

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati