Roma, 31 mag – Nonostante i media occidentali abbiano detto che Putin è alle corde, l’esercito russo continua ad avanzare in Ucraina, e Zelensky sta toccando con mano qual è la reale intenzione degli americani e dei suoi satelliti europei: i missili promessi da Biden non arriveranno. Si è parlato anche di questo nella puntata di ieri di Quarta Repubblica, il programma condotto da Nicola Porro su Rete4. Ospite in collegamento c’è Toni Capuozzo, che del resto è stato sempre poco tenero con la strategia degli Stati Uniti.
«Decide Washington»
Porro sollecita il noto inviato di guerra su quanto appena detto da Federico Rampini, anche lui collegato da remoto, e cioè che la guerra in Ucraina «è cominciata il giorno in cui Joe Biden, alla vigilia del conflitto, disse “non manderemo mai un soldato americano sul suolo ucraino” e così semmai ha dato campo libero a Vladimir Putin». Capuozzo è lapidario: «Ci stiamo avvicinando a una situazione in cui la Russia potrebbe dire “trattiamo”, l’Ucraina è a un bivio, ma credo che a decidere sia Washington, non Kiev», sottolinea il giornalista.
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Capuozzo seppellisce il mainstream
E poi, commentando la tesi di Rampini, Capuozzo osserva che «le sue parole cozzano con quello che raccontano sulla guerra i grandi giornali, incluso il suo [Corriere della Sera]. Tutti vedono i telegiornali, e sentono che Putin è un pazzo, che la Russia è vicina al default, che l’Ucraina stava vincendo e la guerra era ormai finita, ma appunto non era vero niente». Tra l’altro, aggiunge Capuozzo, «era tutto chiaro da quando si è detto “dobbiamo combattere fino all’ultimo ucraino”. Questa è una guerra per procura: “vai e combatti”. Purtroppo temo gli ucraini faranno la fine degli alleati afghani e dei curdi. Saranno usati dall’America per indebolire la Russia, ma poi alla fine gli unici indeboliti saremo noi, e loro abbandonati».
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Vittoria Fiore
1 commento
Ma basta con sta minchiata del mainstream, Capuozzo è storicamente mainstream