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CasaPound batte Facebook e la sinistra rosica: “Un giudice non ha potere su azienda privata”

by Cristina Gauri
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Roma, 12 dic – E’ un giorno indigesto per i progressisti italiani, gliene dobbiamo dare atto. Non avremmo voluto essere nei loro panni quando stamattina è uscita la notizia del provvedimento del Tribunale civile di Roma che obbliga Facebook a riattivare la pagina ufficiale di CasaPound Italia dopo l’oscuramento del 9 settembre scorso. Su Facebook e Twitter la cefalea – ma soprattutto la gastrite – dei radical chic terminali si sono coagulate immediatamente sotto forma di commenti tra l’allarmato e lo sdegnato. E noi non potevamo certo esimerci dal collezionare i migliori.

Le famose toghe nere

Il primo interessante dato che emerge da questo assortimento è il dietrofront concettuale di questi “sinceri democratici”: se dopo l’oscuramento delle pagine legate a CasaPound avevamo assistito a un inneggiare massificato alle leggi e alla “Costituzione più bella del mondo fatta rispettare dal colosso social perché ha azzerato i fascisti”, ora sono proprio gli stessi a criticare la decisione del giudice lamentandosi della presenza di “toghe nere” (sic!) nella magistratura e della loro ingerenza nella policy di un’azienda privata: “Il problema è che il giudice ha considerato la piattaforma come un luogo pubblico e non come un portale privato, con un preciso regolamento sul quale il giudice in realtà non ha giurisdizione“, scrive un utente. “Se CasaPound viola le regole del social, credo che la decisione di un giudice italiano sia abbastanza irrilevante”, come a dire che se uccido qualcuno in casa mia, trovandomi in un’abitazione privata la sentenza di un giudice non ha rilevanza.

Per i nuovi comunisti il privato sta sopra la legge

“Consiglio di far valutare la situazione alla commissione anti odio presieduta dalla senatrice Liliana Segre“, è la geniale idea di un lettore di Tpi, mentre un novello giurista sentenzia: “Sentenza sbagliata: sono fascisti, dunque fuori dalla Costituzione”. Vaglielo a spiegare che CasaPound non avrebbe potuto candidarsi alle elezioni se fosse stata “fuori dalla Costituzione”. I partigiani del web dichiarano che “Continueremo a segnalare e il giudice non potrà essere lo stesso al momento opportuno” mentre qualcuno annuncia l’avvento del “fascismo strisciante in Italia ma non la spunteranno perché Facebook aveva tutti i diritti di darsi delle regole”. Il mal di budella talmente acuto spinge qualcuno a fare dei paragoni piuttosto audaci: “Mi sembra di esser tornato ai tempi nei quali la Cassazione, nella figura di Corrado Carnevale, annullava le sentenze di condanna dei mafiosi!!”, mentre un altro partigiano dell’internet si dice pronto a rispolverare lo schioppo del bisnonno rubagalline: “Se non siamo più un Paese civile, basta saperlo. Ci si organizza diversamente“. Insomma è chiaro che per questi sinistrorsi 2.0 il privato americano è sopra la legge italiana, gli Standard della comunità di Fb vengono prima del diritto italiano e della Costituzione, e la valutazione sulla costituzionalità o meno di CasaPound spetta a un’azienda americana.

Cristina Gauri

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5 comments

Jos 12 Dicembre 2019 - 4:33

bel gatto..spero che le “sardine” siano state di suo gradimento..

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Fabiana 12 Dicembre 2019 - 4:50

Che facce da bocchinare .

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SergioM 12 Dicembre 2019 - 11:31

Quindi , se la MAFIA si quota in borsa e apre una partita IVA ….. può fare quel CAZZO che vuole ???? O deve farlo in USA , tanto a Broccolino …..
E i giudici che sequestrano impianti industriali perchè un fesso dice che inquinano ????

O ci sono AZIENDE e aziende per i GrulloCattoKom ???????

S’ erano già fatti un sacco di pipponi per ZuccaVuotaZukerberg antifa ….. TIE’

Per avere americani che fanno quel cazzo che vogliono in Italia ci sono bastate :

Ustica , La funivia del Cermis , ed il caporale Lozano (non in Italia ma contro gli Italiani)
ah , scusate , dimenticavo la Knox …….

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