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Circeo, sensazionale scoperta: trovati resti di 9 uomini di Neanderthal

by Ilaria Paoletti
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Grotta Guattari, Neanderthal

Roma, 8 mag – Dopo 80 anni dalla prima scoperta della Grotta Guattari, a San Felice Circeo (Latina), la Soprintendenza archeologica di Frosinone e Latina in collaborazione con l’Università di Tor Vergata ha scoperto i resti fossili “attribuibili a 9 individui di uomo di Neanderthal”. Trovati anche resti di iena, rinoceronte, elefante, cervo gigante, dell’orso delle caverne e di altri animali.

Circeo, straordinarie scoperte della Grotta Guattari 

Gli scavi, iniziati nell’ottobre del 2019, hanno portato alla scoperta di 9 individui di uomo di Neanderthal, 8 sono databili tra i 50mila e i 68mila anni fa e uno, il più antico, è databile tra i 100mila e i 90mila anni fa. Insieme agli altri due trovati in passato sempre nella Grotta Guattari questa scoperta porta a 11 il numero complessivo di uomini di Neanderthal presenti.

“Uomo di Neanderthal tappa fondamentale”

“Con questa campagna di scavo abbiamo trovato numerosi individui, una scoperta che permetterà di gettare una luce importante sulla storia del popolamento dell’Italia. L’uomo di Neanderthal è una tappa fondamentale dell’evoluzione umana, rappresenta il vertice di una specie ed è la prima società umana di cui possiamo parlare”, ha spiegato Mario Rubini, direttore del servizio di antropologia della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Frosinone e Latina.

“Una popolazione numerosa”

I resti ritrovati “sono tutti individui adulti – ha chiarito Francesco Di Mario, funzionario archeologo della Soprintendenza per le province di Frosinone e Latina e direttore dei lavori di scavo e fruizione della grotta Guattari – tranne uno forse in età giovanile. È una rappresentazione soddisfacente di una popolazione che doveva essere abbastanza numerosa in zona. Stiamo portando avanti gli studi e le analisi, non solo genetiche, con tecniche molto più avanzate rispetto ai tempi di Blanc, capaci di rivelare molte informazioni”.

Leggi anche: “La teoria dell’origine africana dell’uomo continua a perdere pezzi”

Migliaia di reperti ossei animali

Gli scavi hanno restituito, oltre ai resti degli uomini di Neanderthal, migliaia di reperti ossei animali: sono stati determinati oltre ad abbondanti resti di iena, diversi gruppi di mammiferi di grande taglia tra cui: l’uro, il grande bovino estinto, che risulta una delle specie prevalenti insieme al cervo nobile; ma anche i resti di rinoceronte, di elefante del cervo gigante (Megaloceros), dell’orso delle caverne, e cavalli selvatici.

Il “Laghetto” e i resti umani

Le ricerche hanno riguardato, per la prima volta, parti della Grotta mai studiate, tra cui quella chiamata “Laghetto” per la presenza di acqua nei mesi invernali. In questa area sono stati rinvenuti diversi resti umani di uomini di Neanderthal tra cui una calotta cranica, un frammento di occipitale, frammenti di cranio (tra i quali si segnalano due emifrontali), frammenti di mandibola, due denti, tre femori parziali e altri frammenti in corso di identificazione. Il ritrovamento di carbone e ossa animali combuste autorizza  a ipotizzare la presenza di un focolare strutturato.

Ilaria Paoletti

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Sergio Pacillo 8 Maggio 2021 - 4:05

E’ più facile che io trovi un mio progenitore tra le scimmie che tra i neanderthaliani.

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