Roma, 11 dic – Il fenomeno dell’immigrazione irregolare raggiunge numeri mai toccati prima. Secondo i dati pubblicati da Frontex, l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, in questi primi undici mesi dell’anno sono entrati irregolarmente sul suolo europeo più di 355mila immigrati. Il numero di arrivi registrati è il più alto mai avuto dal 2016, anno con cui si identifica l’inizio della crisi immigratoria di massa. Negli ultimi due anni, soprattutto in Italia, la percentuale di clandestini ha subito una crescita esponenziale: l’aumento senza precedenti è il più alto mai raccolto da Frontex.
Mai così alti i numeri dell’immigrazione
Con oltre 152mila rilevamenti, la tratta del Mediterraneo centrale è rimasta la rotta più utilizzata anche nel 2023. Anche in questo caso la cifra più alta mai registrata. I punti di partenza più utilizzati dagli scafisti si trovano sulle coste della Libia e della Tunisia, da qui ogni giorno sbarcano sulle nostre coste migliaia di stranieri. La rotta che ha evidenziato l’aumento maggiore del numero di persone è stata quella dell’Africa occidentale, dove gli immigrati irregolari sono stati oltre 32mila, più del doppio dello scorso anno. Durante il mese di novembre, rispetto lo stesso periodo del 2022, l’aumento è balzato a oltre il 500%.
Le conseguenze della follia immigrazionista
Da anni siamo abituati a questo flusso continuo di arrivi. Un fenomeno che è tornato ad infiammare il dibattito pubblico nostrano in seguito all’emergenza sbarchi scoppiata a Lampedusa a settembre, quando l’isola si era trovata completamente bloccata dai numeri spaventosi di clandestini. Il governo (come i precedenti) barcamena nel buio dell’immobilismo, non riuscendo ad affrontare sia la tematica economica legata ai costi dell’immigrazione sia quella identitaria. La follia immigrazionista di un mondo sradicato e apolide si sta risolvendo in null’altro che sentimenti anti-bianchi come in Francia e violenze indiscriminate come dalla Svezia all’Irlanda. Tutto questo con le città italiane ormai sull’orlo del collasso.
Andrea Grieco