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Colori delle regioni, ecco perché cambieranno martedì

by Adolfo Spezzaferro
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colori regioni

Roma, 26 mar – Brutte notizie per chi, come i residenti del Lazio, lunedì speravano di tornare in zona arancione: i colori delle regioni infatti cambieranno martedì. Questo perché l’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza entrata in vigore il 15 marzo ha 15 giorni di validità (qui il testo) e quindi provoca lo slittamento di un giorno rispetto al passato.

Lazio in zona arancione da martedì

Ciò significa che nelle regioni che dal rosso passano all’arancione, le scuole (superiori escluse) e i negozi potranno riaprire soltanto martedì. Così come i centri estetici e i parrucchieri. Stiamo parlando del Lazio e forse del Veneto. La conferma dei cambi di fascia arriverà con il monitoraggio di oggi e le successive ordinanze di Speranza. La Lombardia rimarrà con ogni probabilità in rosso, così come il Piemonte.

Lockdown di Pasqua e Pasquetta

Riaperture dunque ancora più brevi, per chi passerà in zona arancione. Poi nel fine settimana scatterà il lockdown su tutto il territorio nazionale con L’Italia in zona rossa a Pasqua. Ciò significa che i negozi potranno essere aperti quattro giorni, da martedì a venerdì. Le scuole invece riapriranno soltanto martedì e mercoledì perché da giovedì cominciano le vacanze di Pasqua. In ogni caso, (almeno) fino al 6 aprile resterà il divieto di spostamento tra regioni.

E dopo Pasqua forse ci sarà la zona gialla rafforzata

Per il decreto che sarà in vigore dal 7 aprile i ministri giallofucsia che sostengono la linea del rigore (Speranza in testa) chiedono ancora un mese di divieti eliminando la fascia gialla. I ministri “aperturisti”, a partire da quelli della Lega, sono contrari. Ecco perché è probabile che il governo opterà per una via di mezzo: la zona gialla rafforzata. In quelle aree dove i numeri dei contagi sono più bassi si pensa di far riaprire bar e ristoranti a pranzo ma solo fino alle 15 o alle 16, per impedire ai cittadini di fare l’aperitivo.

Oggi la cabina di regia, alle 14 la conferenza stampa di Draghi

 Per decidere come procedere con il nuovo decreto, che sostituirà quello in vigore fino al 6 aprile, oggi alle 12 il premier Mario Draghi presiederà la cabina di regia anti-Covid. Partecipano i ministri Speranza (Salute), Franco (Economia), Giorgetti (Sviluppo economico), Patuanelli (Agricoltura), Franceschini (Beni culturali), Gelmini (Affari regionali), Bonetti (Famiglia), Bianchi (Istruzione), il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Garofoli e i membri del Comitato tecnico-scientifico Brusaferro e Locatelli. Alle 14 poi Draghi terrà una conferenza stampa in cui illustrerà le nuove misure di contrasto alla pandemia.

Adolfo Spezzaferro

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Cesare 26 Marzo 2021 - 2:31

dal sito di maurizioblondet.it:
La verità sui tamponi: credibili fino a 24 cicli

L’ECDC (European Center for Disease Control), cioè la massima autorità europea in maniera sanitaria, risponde in maniera ufficiale alla richiesta dell’ Avv. Mauro Sandri riguardo al numero di cicli affinchè sia attendibile il tampone.

La risposta è la seguente: l’ECDC rimanda a uno studio pubblicato, secondo il quale la PCR è ATTENDIBILE FINO A 24 CICLI !!!!!

Per darvi un’idea di quale vergognosa montatura è stata costruita sui risultati dei tamponi, considerate che ad esempio l’Asl dell’Emilia Romagna ha dichiarato che i tamponi vengono amplificati con un numero di cicli compreso tra TRENTACINQUE e QUARANTUNO !!!

In poche parole, i risultati dei tamponi PCR fatti in Italia sono al 90% INAFFIDABILI.

Finalmente, in fondo al tunnel di una falsa pandemia – costruita su numeri assolutamente farlocchi a causa di un modo indegno di amplificare i tamponi con l’aggravante di basare sul numero enormemente gonfiato di positivi decisioni politiche che hanno distrutto la nostra economia e stanno distruggendo anche la nostra dimensione sociale e relazionale – si vede una luce. La luce della VERITA’ SCIENTIFICA che da un anno, spesso invano, io e tanti altri andiamo predicando. Il Governo e il Ministero della Salute possono esimersi dalle gravi responsabilità soltanto per i primi due mesi della pandemia, quando il caos regnava sovrano. Ma già dalla primavera del 2020 centinaia di studiosi e medici hanno comunicato ufficialmente alle istituzioni che quel modo di amplificare i tamponi e sui risultati farlocchi basare restrizioni incostituzionali era ben oltre il limite della legalità e dell’operare per il bene della popolazione.

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