Roma, 8 mar — Un portale di appuntamenti come Tinder o Bumble, ma per l’utero in affitto, dove fare incontrare potenziali madri surrogate, disposte ad incubare un figlio per soldi, e coppie danarose e desiderose di acquistare un piccolo cucciolo di uomo: signore e signori ecco Nodal, la startup che porta finalmente a livello di una piattaforma social la compravendita di esseri umani. Ne dà notizia La Verità.

Arriva Nodal, il Tinder per l’utero in affitto

Il «papà» — tanto per restare in tema — della piattaforma è Brian Levine, endocrinologo newyorchese: Levine, vero filantropo, ha pensato di donare al mondo Nodal per facilitare la pratica dell’utero in affitto, snellendone le procedure. Come? Velocizzando l’approccio tra la madre-incubatrice e i potenziali acquirenti del bambino, eliminando il «tramite» costituito dalle agenzie che trattano la maternità surrogata, e infine diffondendo consapevolezza sulla pratica. «Il nostro scopo è rendere la maternità surrogata un’opzione raggiungibile per più aspiranti genitori e offrire a quelli surrogati un’esperienza eccezionale», spiega Levine. «Quando inizi a cercare informazioni oltre i meccanismi di come funziona, ci sono solo molte congetture, molta disinformazione».

Una serie di domande molto specifiche

Se Levine è la mente dietro Nodal, alle redini del portale vi è una donna, l’ex madre surrogata Brianna Buck che ha accettato la proposta di lavorare al progetto perché reduce da una pessima esperienza con la pratica dell’utero in affitto. L’iscrizione alla piattaforma, fa sapere la Verità che ha esplorato il sito, è alquanto complessa e articolata per entrambe le parti, che sono tenute a rispondere a una serie di domante molto specifiche al fine di profilare con precisione aspiranti genitori e madre. Viene chiesto, ad esempio, se il genitore è single o in coppia (in questo caso la domanda successiva è sull’orientamento sessuale dei due richiedenti). La surrogata, invece, deve mostrarsi chiaramente in foto, dichiarare se è single, accoppiata, dove vive e se ha figli o meno e, dulcis in fundo, deve specificare il proprio stato vaccinale

Navigando nel portale è possibile passare in rassegna un vero e proprio listino di profili. Se due profili si piacciono e manifestano l’intenzione di volersi conoscere scatta il match, come nelle app di appuntamenti. «Il match può davvero determinare l’inizio o la fine di un’esperienza di surrogazione», fa presente la Buck. La fabbrica di bambini è in rete, il desiderio-capriccio di genitorialità di tanti aspiranti genitori è a pochi click dall’avverarsi. 

Cristina Gauri

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