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Ai concerti solo persone vaccinate o con tampone negativo. Il piano orwelliano di Ticketmaster

by Cristina Gauri
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Roma, 12 nov – Concedere la possibilità di accedere ai concerti solo a persone già vaccinate contro il coronavirus o, in alternativa, a chi ha effettuato un tampone (con esito negativo) nelle 48 o 72 ore precedenti all’evento.

Strategia orwelliana

E’ questo, secondo quanto riportato da Billboard, il piano strategico orwelliano che la società americana di distribuzione e vendita dei concerti Ticketmaster sta sviluppando per la ripresa in sicurezza dei concerti in tutto il mondo. Il colosso della musica dal vivo vuole quindi inserirsi nel solco della ripresa dei concerti a livello globale, prevista per l’estate del 2021, con l’annuncio dato dalla Pfizer riguardo all’efficacia al 90% del vaccino, arrivato alla fase 3 della sperimentazione sugli umani e e la cui distribuzione dovrebbe partire nei prossimi mesi in centinaia di milioni di dosi.

La strategia

Il Ceo della società Michael Rapino ha salutato con entusiasmo l’annuncio dato dalla Pfizer e ha comunicato, a grandi linee, come Ticketmaster intende gestire il proprio ritorno «sanificato» all’insegna di vaccini e tamponi.

Dopo aver acquistato il biglietto per un evento live, il cliente dovrà provare di essersi vaccinato, oppure di essere risultato negativo al tampone in un arco temporale tra le 24 e le 72 ore prima del concerto. L’acquirente, una volta venuto a conoscenza del risultato negativo del test, dovrà fare richiesta al laboratorio di analisi di inviare la notifica dell’esito a un centro di raccolta dati. Solo dopo questo passaggio l’esito verrà mandato ai database di Ticketmaster, che tramite una app per smartphone opportunamente sviluppata consentirà l’ingresso del fan al concerto.

E la privacy?

L’azienda ha tenuto a puntualizzare che per ovviare a evidenti problemi di privacy non verrà tenuto un database dei dati medici dei clienti, ma farà riferimento a centri di raccolta dati esterni. Questa procedura, spiega il Ceo, è ancora in via di definizione ma prevede il coinvolgimento di soggetti terzi come Clear o IBM che stanno sviluppando ad uopo dei servizi digitali: CLEAR Health Pass o IBM’s Digital Health Pass. In soldoni, si tratterà di una specie di cartella clinica digitale che consentirà di usufruire di tutti i servizi attraverso un codice QR da mostrare. Se non vi inquieta questo…

Cristina Gauri

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