Roma, 26 apr – “I contagi risaliranno, quanto dipende dai cittadini“: ci risiamo, la fondazione Gimbe torna a fare inaccettabili ramanzine in occasione delle riaperture. Ogni qualvolta si presenta una qualche riapertura e si allenta qualche restrizione, c’è chi si scatena con presagi funesti su impennate di contagi e decessi e chi, come Gimbe, si straccia le vesti per gli italiani irresponsabili. La fondazione specializzata in analisi sui dati della pandemia e soprattutto in moniti alla cittadinanza torna alla carica oggi che gran parte del Paese torna finalmente in zona gialla.
Gimbe: “Contagi risaliranno, quanto dipenderà dal comportamento dei cittadini”
“Tornando quasi tutta Italia in giallo, è evidente che ci sarà una risalita dei casi, dipenderà dal comportamento dei cittadini quanto rilevante sarà questa salita. I controlli servono, però questo è il momento di una grande alleanza tra politica, cittadini e servizi sanitari”. Parola di Nino Cartabellotta, presidente di Gimbe, ai microfoni L’Italia s’è desta su Radio Cusano Campus. Come già fatto in passato, Cartabellotta (che secondo Scopus non è proprio in vetta alla classifica degli esperti) fa allarmismo sul ritorno delle zone gialle. “Noi oggi sappiamo che il colore rosso funziona sempre, l’arancione presenta un’efficacia minore e non perfettamente costante, il giallo non determina nessun impatto sulla riduzione dei contagi, soprattutto da quando c’è la variante inglese“.
Per Cartabellotta non è mai il momento giusto per riaprire
Per il presidente di Gimbe è un azzardo riaprire, ancora adesso, perché i numeri non sono ancora abbastanza buoni. “Stiamo riaprendo sul filo del rasoio. Rimangono 10 le regioni sopra la soglia di saturazione delle terapie intensive. Ci vorranno alcune settimane prima di vedere l’effetto delle riaperture. Ci sono due casi di studio in Italia, il primo è la Sardegna che da bianca è passata a rossa in poco tempo, l’altro è quello della provincia autonoma di Bolzano che ha vaccinato più over 70 e al tempo stesso è la provincia che ha il più basso numero di occupazione degli ospedali, questo vuol dire che la vaccinazione funziona”, afferma Cartabellotta.
“Coprifuoco? Una questione di lana caprina”
Infine per Cartabellotta il coprifuoco, una misura evidentemente illogica e iniqua, è una semplice “questione di lana caprina“. Così come lo è quella di restare “al ristorante fino alle 22 portandosi lo scontrino dietro, ma non si sta discutendo sulle fragilità del sistema sanitario, del sistema scolastico, di quello dei trasporti”. “Non dobbiamo dimenticare che ci sono debolezze di sistema, mi piacerebbe che il governo tirasse fuori un piano di gestione del medio periodo”, conclude.
Quando gli esperti sanno solo fare previsioni funeste
In sostanza, Cartabellotta mette le mani avanti: la zona gialla non funziona, i contagi risaliranno, quanto risaliranno dipenderà da quanto saranno diligenti i cittadini. E come unica soluzione che propone? Un piano di gestione a medio termine. Intanto l’economia è ferma, intere categorie in ginocchio. E lui parla di coprifuoco alle 22 o alle 23 come quisquilie. Dettagli insignificanti rispetto a quanto sia pericoloso riaprire. Ricordiamo che solo una settimana fa il presidente Gimbe aveva già fatto la sua funesta previsione: “Se i contagi risaliranno rischiamo di giocarci l’estate“. A posto.
Adolfo Spezzaferro
1 commento
L’attacco ai ristoranti e bar, principali luoghi di ritrovo,da parte delle forze occulte della dittatura sanitaria a servizio della finanza globalista ha probabilmente come motivo principale quello di evitare la socializzazione.Ci vogliono isolati in maniera da poterci schiacciare piu’ facilmente con decreti antidemocratici quali lockdown carcerieri e distruzione del tessuto economico privato nazionale.Del resto lo dice anche il motto piu’ usato dai terroristi covid; distanziamento sociale.Perchè hanno fin da subito parlato di “sociale”??.Se fossero stati in buona fede avrebbero parlato di distanziamento “fisico”
Ovviamente gli attentatori alla costituzione hanno bloccato anche altri importanti luoghi di socializzazione quali chiese,palestre, spiagge,etc sempre con la scusa del distanziamento che ovviamente non regge alla prova dei fatti dato che i divieti valgono anche quando si è da soli all’ aperto