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Coronavirus: le abitudini da quarantena che fanno bene al pianeta

by La Redazione
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C’è un lato positivo in tutto quello che abbiamo affrontato in questi mesi a causa del coronavirus.

Benché sia stata dura dover rinunciare alle proprie abitudini e alle routine quotidiane per adeguarsi alle disposizioni per il contenimento del contagio, le azioni che abbiamo, per forza di cose, messo in atto hanno prodotto dei risultati positivi non solo per la nostra salute ma anche per quella del pianeta.

Dallo smart working alla spesa, gli hobby e le piccole abitudini acquisiti in quarantena sono risultati essere più sani e salutari soprattutto per l’ambiente.

Meno inquinamento e meno sprechi sono il risultato più evidente, mentre a livello sociale ne hanno tratto vantaggio gli spazi interpersonali e la salute dei nuclei familiari.

Nella maggior parte dei casi, molte famiglie hanno finalmente avuto la possibilità di dedicarsi tempo e attenzioni, impiegando il fin troppo tempo libero a disposizione con attività ricreative insieme.

Giochi di società, da tavolo o di carte da fare in gruppo, ma anche nuovi casino online, slot machine gratis e videogiochi in modalità multiplayer per chi questo lockdown l’ha affrontato in solitudine

Fare la spesa online è diventata una necessità per molti, mentre la maggior parte ha scelto di adottare questa soluzione per limitare gli spostamenti e non esporsi al rischio.

In quarantena, poi, si è riscoperta la bontà del cibo genuino, fatto in casa.

Sono tante le persone che hanno imparato nuove ricette o che hanno scoperto doti culinarie nascoste.

Infine, incredibile ma vero, grazie al lockdown e l’adozione dello smart working, persino alcune aziende ne hanno tratto vantaggio, riducendo i costi e aumentando la produttività.

Tutti i vantaggi prodotti dallo smart working

Si stima che, solo in America, prima della pandemia soltanto il 4% della popolazione lavorava in smart working. Oggi questa percentuale risulta più che raddoppiata e non solo negli States.

Da quando i datori di lavoro hanno autorizzato i propri dipendenti a lavorare da casa, le città hanno ricominciato a respirare: le emissioni di CO2 sono drasticamente calate grazie alla riduzione del traffico e alla sospensione di tutte quelle attività responsabili dell’inquinamento.

Non solo quello atmosferico, ma anche l’inquinamento acustico ha subito un calo significativo. Senza i rumori del traffico in città, qualcuno ha ben pensato di creare la mappa sonora del “coro dell’alba” degli uccelli per celebrare la primavera in tutto il mondo.

In alcune città l’inquinamento risulta calato del 50%, l’aria è diventata più pulita così come i cieli senza il traffico aereo.

Zappia, una società americana che si occupa di soluzioni lavorative, ha sviluppato un calcolatore in grado di determinare l’impatto ambientale delle nostre abitudini.

A quanto pare, bere un solo caffè al giorno, invece dei tre o quattro che si condividono con i colleghi nei bar, aiuterebbe a far risparmiare fino a 45 litri di acqua al mese, mentre prendere un volo in meno ridurrebbe l’emissione di CO2 di ben 73 kg in media.

Non solo, il minore afflusso di persone in giro per la città ha evitato il sovraffollamento nei mezzi pubblici e la calca nelle stazioni, favorendo da un lato il distanziamento sociale imposto dai Governi e dall’altro rendendo il tragitto quotidiano meno stressante per quanti non hanno potuto usufruire del lavoro da casa.

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1 commento

Fabio Crociato 4 Giugno 2020 - 1:13

Tutto interessante, magari in parte giusto, ma anche un po’ discutibile (e relativo). Mi pare invece preponderante l’ elemento “fato” vincente sulla ragione. E se la Ragione avesse torto? (Copyright M.Fini).

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