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Altro che troppa gente in giro, l’87% degli italiani è chiuso in casa

by Eugenio Palazzini
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italiani, firenze

Roma, 15 apr – “C’è ancora troppa in giro”. Quante volte l’avrete sentito esclamare da politici e indignati commentatori? Dall’inizio del lockdown è diventato una specie di mantra da ripetere e ripetersi all’infinito. Eppure le cose non stanno affatto così, almeno stando al report di Apple da cui risulta un crollo dell’87% degli spostamenti in Italia dall’inizio delle misure restrittive. Un dato relativo per l’esattezza al periodo che va dai primi giorni di marzo al 12 aprile. Nel dettaglio, in base alla ricerca effettuata da Apple, l’uso dei mezzi pubblici si è pressoché azzerato (-91%) e chi proprio ha la necessità di muoversi opta per utilizzare la propria automobile. Anche in quest’ultimo caso però gli spostamenti si sono drasticamente ridotti (-87%). Pochi anche coloro che semplicemente si spostano a piedi (-89%).

Il confronto con le altre nazioni

“Questi dati – fa sapere Apple – possono fornire spunti ad autorità locali e strutture sanitarie anche per essere utilizzati come base per avviare nuove politiche pubbliche: mostrano il cambiamento delle persone che guidano, vanno a piedi o prendono i mezzi pubblici”. Qualche indefesso rigorista proverà a obiettare che in ogni caso le percentuali sono ancora basse e in realtà dovremmo proprio chiuderci in casa tutti. Ma forzature a parte può essere utile confrontare il comportamento degli italiani con quello di altre nazioni che hanno adottato restrizioni analoghe. Stando sempre al report di Apple, al 12 aprile in Gran Bretagna gli spostamenti sono diminuiti del 76%, negli Stati Uniti del 63% e in Germania del 54%. Dunque in assoluto i cittadini italiani sono i più ligi ai decreti governativi. Viene semmai da chiedersi se è legittimo il monitoraggio effettuato dall’azienda statunitense e a riguardo si apre un’enorme parentesi pure sul concetto di libertà che già ieri abbiamo affrontato a proposito delle nuove applicazioni volte a osservare gli spostamenti.

Privacy a parte

“Mappe – mette le mani avanti Apple – non associa i dati di mobilità all’ID Apple degli utenti, né registra la cronologia dei loro spostamenti. Il nuovo sito analizza i dati aggregati raccolti durante l’utilizzo dell’app Mappe per fornire i trend di mobilità per le principali città del mondo e di 63 Paesi e territori. Tali informazioni vengono generate contando il numero di richieste di indicazioni stradali ricevute dall’app Mappe. I set di dati sono poi messi a confronto per riflettere la variazione del volume di persone che si spostano in auto, a piedi o con i mezzi pubblici nelle varie parti del mondo. La disponibilità dei dati per una particolare città o un dato Paese o territorio dipende da diversi fattori, fra cui un limite minimo di richieste giornaliere“. Sta di fatto che la grandissima maggioranza degli italiani è chiusa in casa, checché ne dicano i maestrini con la bacchetta in mano.

Eugenio Palazzini

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