Napoli, 7 dic – Non paghi di averci ammorbato alla nausea con le manifestazioni delle sardine, il movimento di Santori & co. si arricchisce di una nuova propaggine: le sardine nere. Ne avevamo proprio bisogno, dell’ala immigrata e immigrazionista del movimento: nata dal Movimento Migranti e Rifugiati di Napoli stanno sfilando in corteo nel cuore della città partenopea proprio in queste ore.

Il comunicato

Sardine Nere sono tutte quelle sardine che non sono potute scendere nelle piazze italiane di queste ultime settimane, perché considerate diverse dalle altre Sardine”, spiegano in un post apparso sulla pagina dell’Ex Opg di Napoli. “Le Sardine Nere sono quelle sardine che hanno attraversato il deserto, sono fuggite ai campi libici e adesso nuotano nel Mare della Burocrazia e del Razzismo Istituzionale. Le Sardine Nere aspettano di avviare da mesi la procedura per il riconoscimento della protezione internazionale, aspettano il loro permesso ancora bloccato negli Uffici Immigrazione”. Nel comunicato le sardine nere si guardano bene dallo specificare che solo l’80% dei richiedenti asilo si vede respingere la richiesta perché, semplicemente, non ha alcun titolo per restare in Italia. Ma per loro questi sono dettagli.

L’affondo a Salvini

Nel comunicato, non poteva mancare il lancio di strali contro l’ex Ministro dell’Interno Matteo Salvini:: “Da quando è entrato in vigore il Decreto Sicurezza di Matteo Salvini non riescono a convertire la protezione umanitaria in permesso di soggiorno per lavoro.Così facendo sono condannate a nuotare silenziosamente dentro a un mare di odio, invisibilità, razzismo e sfruttamento“. Il post si chiude raccontando del loro ruolo all’interno del corteo: “Le Sardine Nere riprenderanno le loro voci e attraverseranno il centro della città nuotando contro le onde degli abusi e dell’indifferenza della questura immigrazione. Nessuna rete ci potrà fermare, perché le nostre vite sono troppo importanti per rimanere bloccate”.

 

Cristina Gauri

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Classe 1977, nata nella città dei Mille e cresciuta ai piedi della Val Brembana, dell’identità orobica ha preso il meglio e il peggio. Ex musicista elettronica, ha passato metà della sua vita a fare cazzate negli ambienti malsani delle sottoculture, vera scuola di vita da cui è uscita con la consapevolezza che guarire dall’egemonia culturale della sinistra, soprattutto in ambito giovanile, è un dovere morale, e non cessa mai di ricordarlo quando scrive. Ha fatto uscire due dischi cacofonici e prima di diventare giornalista pubblicista è stata social media manager in tempi assai «pionieri» per un noto quotidiano sabaudo. Scrive di tutto quello che la fa arrabbiare, compresi i tic e le idiozie della sua stessa area politica.

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