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Desirée, a processo i quattro pusher africani accusati di averla stuprata e uccisa

by Cristina Gauri
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desiree mariottini

Roma, 21 ott – Violenza sessuale di gruppo, omicidio volontario, cessione e somministrazione di droga a minori: questi i reati contestati dalla procura di Roma di cui dovranno rispondere i quattro cittadini africani ritenuti responsabili della morte di Desirée Mariottini. Il gup ha rinvato a giudizio i quattro immigrati per gli atroci fatti avvenuti il 19 ottobre scorso a San Lorenzo, Roma. Il cadavere della giovane di Cisterna di Latina era stato trovato in uno stabile abbandonato nello storico quartiere “rosso” capitolino, ormai ostaggio di spacciatori e degrado.

Secondo l’aggiunto Maria Monteleone e il pm Stefano Pizza, i quattro avrebbero abusato a turno della ragazza mentre si trovava in stato di incoscienza, dopo averle somministrato un mix di droghe che ne hanno provocato prima la lenta agonia e poi morte. Molte le prove a suffragio dell’accusa che riuscirebbero a incastrare gli stranieri, tra cui i campioni di materiale genetico di alcuni di loro rivenuti sul corpo di Desirée, su un flacone di metadone e su una cannuccia utilizzata per fumare crack.

Il processo, avrà inizio il prossimo 4 dicembre e sarà celebrato nell’aula bunker di Rebibbia: vedrà sul banco degli imputati il nigeriano Alinno Chima, i due senegalesi Brian Minthe e Mamadou Gara, detto Paco, e il ghanese Yusef Salia. Aveva suscitato un vespaio di polemiche la vergognosa decisione del legale di quest’ultimo, che nell’ultima udienza aveva presentato una denuncia per abbandono di minore contro i genitori della povera ragazza. “Il nostro dolore non si potrà mai calmare. Nessuna sentenza ci restituirà mai la nostra Desirée”, ha dichiarato la nonna materna dopo la notizia del rinvio a giudizio. Per questa vicenda, Comune di Roma, Regione Lazio e due associazioni si sono costituite parti civili.

Cristina Gauri

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2 comments

Piero 21 Ottobre 2019 - 5:44

Indecente, osceno, vergognoso e squallido il manifesto apposto sul luogo della tragedia: “i compagni e le compagne non dimenticano”.

Siamo NOI TUTTI a non dimenticare a chi spetta integralmente la responsabilità di aver trasformato in pochi anni le nostre città in gironi danteschi, popolati da clandestini capaci di qualsiasi crimine.

Siamo NOI TUTTI a non dimenticare chi da anni propugna una “cultura” della droga che annichilisce e deforma caratterialmente i nostri giovani.

Siamo NOI TUTTI a non dimenticare una magistratura succube dell’ideologia, pronta a parzialità e servilismi scandalosi alla politica, compiuti sulla pelle di vittime innocenti…

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Commodo 21 Ottobre 2019 - 7:08

“CITTADINI” ??? AFRICANI????? AH! AH! AH! AH! AH! AH! AH! AH! AH! AH! AH! AH!

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