Roma, 6 mag — Don Biancalani, il prete che da anni fa parlare di sé più per le proprie posizioni e iniziative a favore degli immigrati piuttosto che per la sua attività ecclesiastica, torna al centro di roventi polemiche. Il parroco del piccolo centro di Vicofaro, provincia di Pistoia, danni finisce regolarmente sulla metaforica graticola social per le condizioni di degrado, sporcizia diffusa e di scarsa igiene che regnano nella Chiesa di cui è parroco, a causa della presenza di decine e decine di immigrati da lui ospitati.
Con tanto di corredo fotografico postato su Facebook, i cittadini esasperati, riuniti nel Comitato Residenti per Vicofaro hanno sollevato la questione di rifiuti lasciati ovunque nel luogo di culto. Le immagini sono eloquenti: l’intera chiesa è disseminata di rifiuti e bivacchi di stranieri che non ci pensano minimamente a tenere pulito e in ordine il luogo in cui dormono e vivono.
Biancalani, la chiesa è diventata una discarica ma lui chiede fondi
Biancalani, dal canto suo, si è mostrato maggiormente preoccupato del costo della bolletta elettrica, lanciando un messaggio assai esplicito alle istituzioni cittadine e facendo rilevare che con quei costi non avrà più la possibilità di portare avanti la sua «missione» di accoglienza. Un autentico paradosso, con cittadini che sollevano accuse precise di sporcizia e di scarso rispetto del sacro, e dall’altra don Biancalani che, in apparenza ignorando le accuse, chiede fondi per le decine di immigrati che ospita senza preoccuparsi della grave situazione di degrado in cui versa la parrocchia..
Una parrocchia nel degrado
Già in passato i cittadini avevano segnalato problematiche non banali connesse all’attività di accoglienza di Biancalani, denunciando degrado, attività criminali come spaccio e borseggi che — a detta di una parte della cittadinanza — sarebbero state il frutto degli immigrati alloggiati, spesso in maniera precaria, nella Chiesa. Tornando al degrado denunciato in questi giorni, le foto sono eloquenti: residui di cibo, scatolette di tonno, cartacce si ammonticchiano sul pavimento del luogo di culto.
La petizione contro Biancalani
Esasperati, i fedeli hanno prima scritto una missiva al Vaticano, lamentando di non potere accedere, nei fatti, alle funzioni ecclesiali visto lo stato in cui versa la Chiesa. Costituiti in Comitato dei residenti, hanno anche aperto una petizione sul sito change.org per chiedere il ricollocamento degli stranieri in altre località e strutture. D’altronde, a confermare le forti critiche e polemiche dei cittadini, una ordinanza del sindaco di Pistoia che ha ordinato lo sgombero dalla chiesa di Biancalani, ma non ancora attuata dall’ottobre scorso.
L’ennesimo doppio standard
Il degrado è talmente evidente, palese e a tratti sconfinante nella blasfemia, coinvolgendo arredi sacri ed elementi nodali per la celebrazione liturgica, che i cittadini hanno fatto rilevare come si assista all’ennesimo, ipocrita doppio standard morale. «Così si presenta la fonte battesimale. Chissà se l’imam lo permetterebbe in una moschea – così recita il comunicato apparso sulla pagina facebook del Comitato – Vicofaro non interessa né al vescovo né al prete, anzi: buttate pure in terra le scatolette di tonno. Forse non ci sono cestini?».
Nonostante l’accorata denuncia, la preoccupazione di don Biancalani è quella energetica. «L’ultima bolletta dell’elettricità ammontava ad 8300 euro – ha scritto ieri il prete – continuando così, fra qualche settimana chiuderemo». E sul degrado e sulla Chiesa trasformata in discarica, secondo quanto denunciato dal comitato, silenzio tombale.
Cristina Gauri
3 comments
sto panzone andrebbe carcerato propio!!!!
sto panzone andrebbe carcerato proprio!!!!
Dalla panza i migranti sono sostanziosi… Vai a cag….