Roma, 30 set — App Immuni, un nome che periodicamente emerge dalle nebbie dell’oblio e del ridicolo nel quale è stato confinato fin dalla sua nascita, suscitando ondate di ilarità generale. «Oh ma l’app Immuni?», ogni tanto qualcuno se ne ricorda, e giù risate sulle piattaforme social. Uno dei flop più riusciti della gestione pandemica firmata Arcuri, assieme agli hub vaccinali, le «primule», i banchi a rotelle dell’Azzolina e i carichi di mascherine non a norma. Ridiamo per non piangere, visto quanto sono costate agli italiani.
L’app Immuni non è “morta”?
Un’app di tracciamento contatti nata in seno a polemiche riguardanti la privacy e accolta malissimo dalla cittadinanza italiana: per essere di una qualche utilità avrebbero dovuto scaricarla in almeno 36 milioni, in quasi 3 anni non siamo arrivati nemmeno a 20. Ebbene, secondo quanto riportato dal sito DDay, parrebbe giunta l’ora di recitare il Requiem per l’app Immuni. Sebbene il sito sia ancora raggiungibile e l’app si possa scaricare senza problemi, da oltre tre settimane non dà segni di vita la parte che genera i grafici riguardanti gli utenti positivi e le notifiche.
Linea piatta
Il sito che riporta la notizia ipotizza che i server siano stati spenti o qualcosa «abbia messo fuori uso il sistema senza che nessuno abbia fatto nulla per ripristinarlo». Del resto, se la linea dei grafici è piatta dal 7 settembre, il sito rende noto che l’ultimo aggiornamento è stato eseguito il 21. Da lì in poi, buio totale. Poco male, ci viene da commentare: di Immuni, nonostante i venti milioni di utenti (per lo più persone che si sono scaricate l’app e l’hanno lasciata o spenta o a lavorare in background sfruttanto il bluetooth), non si ricordava più nessuno.
Cristina Gauri