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Effetto Mottarone. Ecco perché le funivie rinviano le riaperture

by Ludovica Colli
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Roma, 4 giu – Effetto Mottarone: dopo la tragedia della funivia in cui hanno perso la vita 14 persone, ora diverse strutture simili ritardano le riaperture per effettuare i dovuti controlli di sicurezza. A renderlo noto è l’Agi, che ha fatto una ricerca esclusiva su impianti di risalita in Piemonte, Lombardia e Trentino Alto Adige.

Dopo la tragedia del Mottarone, rinviate le riaperture di strutture in Piemonte, Lombardia e Trentino Alto Adige

Il terribile disastro di domenica 23 maggio sulla funivia Stresa-Mottarone, con la fune spezzata e la cabina precipitata perché i forchettoni inseriti non hanno fatto scattare i freni di emergenza fa correre ai ripari le altre strutture. E’ il caso delle funivie di Oropa nel biellese, in Piemonte, così come per gli impianti in Val di Lei in Valchiavenna e a quelli del Passo dello Stelvio. In tutti e tre i casi le aperture annunciate sono state subito rinviate, anche se per motivi diversi.

La funivia di Oropa nel biellese

Sul sito web della funivia di Oropa, situata alle spalle del Santuario, che in meno di 10 minuti arriva a 1.900 metri di altitudine, vicinissimo al lago del Mucrone, il 19 maggio è stato pubblicato un messaggio. “Da sabato 22 maggio 2021 si riparte! Finalmente è arrivata la bella notizia! Da sabato 22 maggio sarà nuovamente possibile raggiungere le nostre amate montagne usando la funivia”, si leggeva. Ma il giorno indicato è arrivata la marcia indietro. Un altro avviso informa che la “funivia è momentaneamente chiusa causa guasto elettrico. Verrà ripristinata in settimana, apertura prevista per sabato 29 maggio”. In realtà, non ha ancora riaperto. Se si telefona, un messaggio registrato spiega che “l’impianto è fermo a causa di un guasto tecnico, ripartiremo il prima possibile“.

Gli impianti della Val di Lei, Sondrio

In Valchiavenna, in provincia di Sondrio, il 30 maggio, con una “comunicazione urgente” apparsa sul sito web di Skiarea, hanno chiuso gli impianti della Val di Lei, la parte alta di Madesimo, dove si trovano due belle piste rosse, lasciando a bocca asciutta gli oltre 300 sciatori che avevano già acquistato il biglietto. Anche in questo caso sul sito si legge che “dopo le verifiche e le prove effettuate in data odierna abbiamo rilevato un danno meccanico alla seggiovia della Val di Lei non risolvibile in breve tempo. Ci vediamo costretti ad annullare tutta l’apertura prevista per il mese di giugno relativamente agli impianti della Val di Lei. I biglietti acquistati e non goduti verranno integralmente rimborsati”. “Dal 12 giugno proseguiremo con il calendario estivo già comunicato in precedenza” si legge ancora.

Gli impianti del Passo dello Stelvio, Alto Adige

Stessa storia anche per gli impianti del Passo dello Stelvio, che hanno rinviato l’apertura. Il ghiacciaio, con oltre venti chilometri di piste tra i 2.758 metri del Passo e i 3.450 del Monte Cristallo, è la più vasta area sciabile estiva delle Alpi. In questo caso però il problema è più grave: la struttura non può effettuare alcuni controlli necessari prima della riapertura. Una nota spiega: “Causa sospensione delle attività ricognitive, indipendenti dalla nostra volontà, con grande dispiacere ci vediamo costretti a posticipare la data di apertura degli impianti di risalita al prossimo 12 Giugno”. Su questo sito però c’è un conto alla rovescia, segno che forse la data di riapertura sarà rispettata.

Mottarone, gli sviluppi delle indagini

Intanto, sul fronte della tragedia del Mottarone, si indaga su verifiche tecniche, con un nuovo sopralluogo dei periti. Inoltre si registra la testimonianza di una escursionista presente in vetta il giorno dell’incidente. “La cabina era quasi sulla mia testa, stava dondolando, se non mi fossi spostata probabilmente mi avrebbe colpita“, spiega. Segno che la fune stava cedendo, presumibilmente. La donna riporta anche di aver visto che “la cabina stava dondolando”, come se “si fosse appoggiata al terreno”.

Ludovica Colli

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